di Cristian Galimberti
«Sembra quand’ero all’oratorio/ in un cortile/ a passeggiare». Come in una delle sue canzoni più celebri, è un pomeriggio azzurro quello del 27 giugno 1965: verso le 15, Adriano Celentano arriva all’oratorio di San Michele a Cantù, in via Andina, per un concerto rock soltanto all’apparenza. Perché oggi – attraverso alcune dichiarazioni esclusive dei protagonisti di quella giornata – si scopre che Celentano, mentre passava da Cantù, viveva una spiritualità destinata ad emergere in tutta la sua forza negli anni successivi. E nel percorso di una personalissima “conversione”, con l’animo pungolato da domande esistenziali, a Cantù il rocker “scopre” la sua via di Damasco.
Celentano regala (senza volere in cambio una sola lira) uno show alla città del mobile, per festeggiare la prima messa di don Renzo Mazzola: un ragazzo dell’oratorio diventato sacerdote da poche ore. Convince persino i suoi musicisti a esibirsi a titolo gratuito. «Oh ragazzi, bisogna fare quella cosa lì per la parrocchia a Cantù – dice alla band che lo accompagna – non posso pagarvi. E anche io ci vado gratis». A ricordare la frase è Gianni Dell’Aglio, 63 anni. C’era anche lui, a Cantù, a pestare tamburi e a far vibrare i piatti. Dell’Aglio suona oggi come allora la batteria ne «I Ribelli», il gruppo che per anni ha fatto da base sonora a Celentano. E ricorda che era un momento delicato per l’ex orologiaio di Milano, diventato all’improvviso rockstar: in quel periodo, Celentano si chiede il perché di un successo così dirompente e fortunato.
08/07/2009 – La Provincia