“Adriano Celentano ha ragione. Vi fu una resistenza trasversale assoluta e ci fu di fatto impedito di realizzare il progetto di riaprire i Navigli, anche perché la Lega era molto isolata”. Marco Formentini, ex primo cittadino di Milano dal 1993 al 97, in un’intervista ad Affari, commenta la lettera scritta dal Molleggiato al Corriere della Sera in cui riconosce che Formentini “dimostrò di aver avuto una visione artistica della città”. E sui progetti in cantiere a Milano dice: “Ogni volta che presentano i piani di queste nuove immense costruzioni la fetta di verde diminuisce. Questa non è sicuramente la strada giusta”
Adriano Celentano ha scritto che lei fu l’unico sindaco di Milano ad avere una visione artistica e che avrebbe voluto riaprire i Navigli ma le fu impedito. E’ così?
“Si. In effetti volevo mettere la cultura, quella vera, al centro dello sviluppo della città. A partire dalle università viste le eccellenze che la città aveva nel campo della ricerca e della scienza. La scelta di Philippe Daverio come assessore alla cultura seguiva questa linea. Inoltre volevo evitare di costruire un ulteriore metro quadrato di cemento senza che vi fosse un albero corrispondente. Vedo che oggi si va verso il verde verticale. Mi sembra una bella scappatoia”.
Per quanto riguarda la riapertura dei Navigli?
“C’era un progetto. Ero in costante contatto con l’associazione amici dei Navigli che non ha mai cessato di battersi per la riapertura. Ma vi fu una resistenza trasversale assoluta e ci fu di fatto impedito di realizzare il progetto”.
In particolare da parte di chi?
“Non voglio fare considerazione politiche. Qualsiasi sindaco che tocca qualcosa di organizzato e cerca di liberalizzare in materia urbanistica si trova di fronte a difficoltà e resistenze. Certo se un sindaco ha grossa forza politica può vincere queste resistenze. Ma la Lega allora era molto isolata e aveva meno possibilità di altri”.
Come valuta i progetti in cantiere che cambieranno il volto della città?
“Non sono molto spesso a Milano ultimamente. Ritengo però che una città debba crescere, anche se tutti i piani devono essere valutati tenendo presente l’equilibrio della città. Tutto il discorso dei sottotetti, per esempio, appesantisce molto la densità abitativa di Milano. Ogni volta, poi, che presentano i piani di queste nuove immense costruzioni la fetta di verde diminuisce. Questa non è sicuramente la strada giusta”.
“L’unico sindaco che dimostrò una visione artistica proprio perché capì il grande valore conservativo nelle radici di Milano, fu Formentini, che appena insediato a Palazzo marino disse che di sarebbe battuto per riaprire i Navigli. Evidentemente non glielo permisero. Gli aprirono invece la strada per cambiare schieramento e andare a sinistra. Pensando a Formentini mi sorge spontanea una domanda: se lui non fosse stato della Lega, ma fosse stato di sinistra, avrebbero preso in considerazione la sua proposta? No. Perché gli intrecci e gli interessi prodotti da una città come Milano, sono così trasversali che qualunque colore di partito viene letteralmente sbiancato dalla corruzione”.
Adriano Celentano, Corriere della Sera, 13/12/07
Daniele Riosa
13/12/2007 – Affari Italiani (Canale di Libero)