Celentano: Expo? «Gioisco e mi adombro»
TEME LA «GITTATA» DI CEMENTO
E sulle elezioni: Walter può fare la rivoluzione. Silvio, invece, è vittima della propria ricchezza
MILANO – Teme la «gettata» (di cemento) finale, Adriano Celentano. E per questo motivo da una parte gioisce «per la grande conquista fatta dall’Italia», ma dall’altra si adombra «sapendo da quali mani scaturiranno gli schizzofrenici progetti per materializzare un’opera che potrebbe veramente essere un messaggio per il mondo, se fosse dato in altre mani non inclini a speculazioni di stampo «sfigurativo».
È il giudizio a luci e ombre sull’assegnazione di Expo 2015 a Milano affidato da Adriano Celentano al suo blog, www.clancelentano.it. «Da come vanno le cose nel mondo, mi sembra di capire che poco o nulla si potrà fare per evitare che questo «capolavoro sospeso nel cielo» scivoli definitivamente in un precipizio senza fine», scive Celentano aprendo il suo intervento dedicato al tema della bellezza e citandosi (da Mondo in Mi7). «È sulla bellezza – sottolinea – che si deve scommettere.
La bellezza da regalare non ai ricchi egoisti ma agli operai che sono il motore del pianeta».
GLI ARCHITETTI – Nell’articolo l’artista critica tra l’altro alcuni architetti – categoria già bersaglio di un suo affondo durante lo show La situazione di mia sorella non è buona, trasmesso da Raiuno lo scorso novembre – responsabili di «cancellare la nostra identità al punto da farci dimenticare chi siamo e da dove veniamo». «Nonostante l’operazione delittuosa intrapresa dagli archi-carnefici contemporanei – riflette ancora Celentano – abbiamo ancora in serbo una bellezza interiore che dobbiamo solo avere il coraggio di risvegliare, per mettere in atto quella che sarebbe la nuova rivoluzione economica. Ma dobbiamo fare presto, prima che questo angolo di «meraviglia» racchiuso ancora per poco dentro ognuno di noi, si addormenti definitivamente in un coma irreversibile nel quale ci stanno trascinando le nuove star dell’architettura… E il colpo di grazia è già in canna, scrive il molleggiato, pronto per la sua «gittata» finale sull’Expo.
LA MORATTI: «PREFERISCO SENTIRE LE SUE CANZONI» – La replica del sindaco di Milano è arrivata puntuale: «Preferisco sentire le sue canzoni. Non penso abbia competenze urbanistiche tali da fare critiche senza conoscere i progetti». Così – intervenendo telefonicamente a “Panorama del giorno”, programma inserito all’interno di “Mattinocinque” – il sindaco di Milano, Letizia Moratti replica a Adriano Celentano. Il disegno per l’Esposizione Universale, ha proseguito il sindaco, prevede come «segno» principale da lasciare in eredità, «un centro di sviluppo sostenibile» destinato a divenire un «punto centrale» per avviare «progetti di aiuto a Paesi in via di sviluppo, per creare, in più Paesi possibili, scuole, ospedali, centri di ricerca». Celentano, ha concluso Moratti, «prima legga i progetti e poi parli, anzi, meglio che canti…»
ELEZIONI – Il Molleggiato trova anche qualche considerazione per la sfida tra Veltroni e Berlusconi «Caro Walter, mi rivolgo a te prima che a Silvio. Per lui è più difficile mettere in pratica una politica che va contro il suo stesso «immobiliarismo». Già adesso, in nome dei più bisognosi, lo sentiamo parlare di apertura dei cantieri, e non è difficile immaginare lo sfacelo a cui andremmo incontro se vincesse lui». Veltroni invece, scrive ancora Celentano rivolgendosi a Berlusconi, «ha avuto la geniale idea di correre da solo e che giorno dopo giorno sta accorciando la distanza che vi separa». Per Celentano, Berlusconi non può fare rivoluzioni, anche se in cuor suo lo vorrebbe: dovrebbe combattere contro troppe persone e, soprattutto, contro la propria ricchezza.
01/04/2008 (ultima modifica: 02/04/2008) – Corriere della Sera