Celentano: lei è una bomba noi, sempre amici e rivali
Il 25 marzo la regina della nostra canzone compirà 70 anni
Parla il Molleggiato: prima o poi lavoreremo di nuovo insieme
di ERNESTO ASSANTE
ROMA – Un compleanno è un compleanno. Ma se è quello di Mina la faccenda è diversa. Perché a settant’anni, dopo mezzo secolo di gloriosa carriera, Mina Anna Mazzini, nata il 25 marzo, è ancora la regina indiscussa della musica italiana. Ci sono state molte pretendenti al trono ma, nonostante la critica si sia ingegnata per battezzare qualche “nuova Mina” di questa o quella generazione, nessuna è riuscita a scalfirne il primato, a diventare anche soltanto in parte una leggenda, amata incondizionatamente dal pubblico, così come lei. Solo Mina, infatti, resta Mina, inarrivabile e distante, al tempo stesso popolare e presente, in grado di cantare ancora così com’era al fianco di Lucio Battisti anni fa, e di duettare con uno dei principi del rock alternativo italiano, Manuel Agnelli degli Afterhours nel suo ultimo disco. L’unica in grado di rappresentare egregiamente lo “ieri oggi e domani” della canzone italiana.
In carriera Mina ha avuto i suoi alti e bassi, ma non c’è dubbio che il suo regale esilio, lontana da tv e giornali, dall’ansia delle classifiche e del riconoscimento effimero del successo, l’ha resa anche inattaccabile. Una sola persona, un solo artista, in Italia, le tiene testa, condivide con lei la permanenza al vertice fin dall’inizio della carriera, e ha diviso con lei un lungo pezzo di strada, ed è Adriano Celentano. Mina e Celentano sono il re e la regina del nostro pop, da sempre, da quando erano gli “urlatori” che provavano a rivoluzionare il canto italiano. I loro incontri televisivi, i loro duetti sempre carichi di ironia e di grande musica, sono entrati a far parte della nostra cultura popolare. E le loro canzoni, soprattutto quelle di un album a doppio nome atteso per tanti anni e arrivato poi nel 1998, sono tra quelle di maggior successo del loro repertorio. Con Adriano celebriamo il compleanno dell’inossidabile “Tigre di Cremona”.
Celentano, la prima domanda è ovvia: quando vi siete conosciuti?
«C’eravamo già incontrati da qualche parte, e mi colpì la sua eccezionale musicalità non solo nel cantare, ma anche nel parlare. Lei ha una musicalità innata anche nei gesti, qualunque cosa faccia. Una vera e propria esplosione della quale non puoi fare a meno di innamorarti, o per lo meno, di correre questo bellissimo rischio. Poi ci capitò di fare un film insieme, “Urlatori alla sbarra” (di Lucio Fulci, 1960, ndr), dove a farci compagnia c’èra anche il geniale Chet Baker, oltre a tutti gli altri urlatori del momento. E chiaro che “l’occhio di bue” era puntato su noi due. E quella fu l’inizio di un amicizia che non avrà fine».
Vi sentivate concorrenti?
«Da parte mia senz’altro, ma credo anche da parte sua. E’ normale. Le volevo bene, ma quando capitava che nelle vendite dei dischi era lei al primo posto e io al secondo, avrei voluto darle tanti calci negli stinchi? Ma come sempre poi, prevaleva l’impossibilità di nasconderle il riconoscimento di essere stata più forte».
Le vostre esibizioni insieme in tv sono ormai dei pezzi leggendari? Cosa ha pensato quando Mina ha deciso di “sparire” dalle scene?
«Ho avuto, come tanti credo, un senso di abbandono. Quasi come se lei, non portasse via solo se stessa ma assieme a lei tutto un mondo musicale, fatto di confronti, di scherzi, intere nottate a giocare a poker, coadiuvati da un’energia che caricava l’un l’altro e chiunque ci avvicinava. Un mondo che poi ho ritrovato quando abbiamo deciso di riunirci nel disco “Mina Celentano”».
Com’è nato quel progetto?
«Se ne parlava da tanto ma non riuscivamo a mettere d’accordo gli impegni che ognuno di noi aveva. Poi un giorno mi decisi e le telefonai: “Cosa facciamo?” le dissi. “Se vuoi ne parliamo” mi rispose. Così andai a Lugano, l’appuntamento era in un ristorante scelto da lei, c’era anche Massimiliano. Il cameriere quando ci vide insieme sgranò gli occhi: “Mina e Celentano insieme?” scoppiò una risata di tutto il ristorante. Così dissi a Mina, non abbiamo ancora i pezzi ma abbiamo il titolo».
Qual è secondo lei il suo segreto? Perché Mina è Mina?
«Perché è una bomba che non si può disinnescare ed esplode quando meno te l’aspetti. Buon compleanno sorella! Mi sa che prima o poi faremo ancora un bel casino!».
15/03/2010 – La Repubblica