Celentano “mattatore” al Lido: «Yuppi Du è un grido ancora attuale»
VENEZIA (4 settembre) – Occhiali scuri, camicia aperta, quelle espressioni soltanto sue. E’ un Adriano Celentano a tutto tondo quello che si presenta a Venezia accompagnato dalla moglie Claudia Mori e da tanta voglia di scherzare, ma anche di scatenare polemiche. Nulla di nuovo, insomma. La star del Lido, oggi è lui, qui alla Mostra del cinema di Venezia con l’evento Yuppi Du, film del ’75 restaurato da Sky (che lo trasmetterà il 12 settembre alle 21 su Sky Cinema Mania e Hd) e da domani per la prima volta in dvd con packaging ecologico.
«Mi piacerebbe fare ancora film». Comincia con una battuta delle sue prima di affondare il coltello nei temi dell’ecologia e della politica: «Quanto dura la conferenza stampa? 30 minuti? State un po’ stretti qui con le domande, visto che 25 minuti saranno di pausa». Celentano parla di cinema, futuro, morti bianche, Alitalia, Expò, Pincio, Venezia, inciuci tra politica e economia, destra e sinistra nella conferenza stampa, stasera trasmessa integrale su Raisat Cinema alle 23. Al cinema, Celentano, continua a pensare: «Ho sempre intenzione di fare qualcosa, poi magari non trovo il tempo. Mi piacerebbe fare ancora film, quando giro mi diverto proprio come se stessi in sala come spettatore. Penso ad un film sulla resurrezione di Gesù, ma è solo un’idea. O a un film come Yuppi Du che è un grido di gioia, di amore ma anche di dolore per l’irresponsabile mancanza di qualche datore di lavoro o negligenza di qualche operaio che non rispetta i sistemi di sicurezza», dice dedicando la giornata di oggi a Graziano Alonso della troupe del film, morto proprio durante la lavorazione.
«Un film che non invecchia mai». La storia del barcaiolo Felice (Celentano) che vive con gli amici sottoproletari e un giorno, convinto di essere rimasto vedovo della moglie (la Mori) si risposerà (Charlotte Rampling), «è un film che non invecchia mai, tra 20 anni penso sarebbe sempre attuale, ma questo allora non fu calcolato, è una fortuna». E non importa se il film ne ricorda altri, «perchè prima di essere originale io sono uno che copia molto. Da ragazzo ero affascinato dal tip tap di Fred Astaire e dalle movenze di Clark Gable ma c’è sempre qualcuno che arriva prima di te, l’importante è che lo superi».
«Uno scempio il parcheggio al Pincio». L’appuntamento di domani vede un curioso duetto Olmi-Celentano. «Non è una strana coppia – dice il “molleggiato” – Lui difende gli orti, io i navigli. Siamo simili, lui fa film più penetranti sui sentimenti, io sono più aggressivo ma la linea è quella». Non manca, ovviamente, il tempo per la politica. Celentano si duole che «l’Alitalia sia ridotta così» e spera che risorga ma «ho il sospetto che la nuova cordata non sia abbastanza pura. E qui sento avvicinarsi un grido come quello del protagonista di Yuppi Du: non vorrei fosse uno scambio imprenditori-politica ossia: salviamo l’Alitalia in cambio di migliori condizioni economiche per noi e di un pieno piano di lavoro ad esempio sull’Expò». L’esposizione universale a Milano «sarà una gara a chi riesce a piazzare più cemento. Me la prendo anche con la gente che non protesta contro architetti e comune che sono i veri mandanti di questi scempi». E a proposito di scempi, l’affondo più duro è su Roma, sul parcheggio al Pincio, «segno evidente dello scambio di favori tra imprenditori e politica. L’inventore di questa geniale mostruosità è Chicco Testa che dopo quest’idea è rimasto solo Chicco».
«Vertice politico degenerato». Celentano ha proseguito collegandosi agli amministratori lombardi, il sindaco di Milano Moratti e il presidente della Regione Formigoni, definiti «figli di un vertice politico degenerato in cui a capo non c’è solo Berlusconi ma anche Veltroni che definì quella del Pincio l’operazione urbanistica più importante degli ultimi anni. E Alemanno, che all’epoca non era sindaco, si oppose con forza, ma oggi che è sindaco di Roma ha cambiato idea. Non mi meraviglierei – conclude amaramente – se sinistra e destra fossero d’accordo e già al lavoro per progettare un mega-parcheggio sotto la laguna di Venezia».
Moratti: ma perché Celentano non pensa a cantare? «Ma perché non pensa a cantare, Celentano?». E’ questa la risposta-domanda che il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha dato ai giornalisti che le chiedevano di commentare le dichiarazioni rilasciate da Celentano a proposito dell’Expo di Milano 2015 («una gara a chi riesce a piazzare più cemento»). Invitando il “molleggiato” a occuparsi di ciò in cui eccelle, il sindaco di Milano ha ribadito il concetto con un’espressione dialettale: «Sapete come si dice a Milano? – ha chiesto – Ofelè fa el to mestè».
04/09/2008 – Il Messaggero