Il Molleggiato in tv: «Il premier
fa promesse che si possono realizzare,
ma il Paese non gradisce»
ROMA
«Ho un clamoroso sospetto: che forse Prodi sia sulla strada giusta. Fa solo promesse che si possono realizzare. Ma il Paese non gradisce, preferisce vivere di meno»: così Adriano Celentano a pochi minuti dall’inizio della serata-evento di Raiuno, che lo vede protagonista di La situazione di mia sorella non è buona, un programma scritto e diretto dallo stesso Celentano.
Dopo un breve siparietto con Mogol e Gianni Bella, autori della metà dei brani del suo nuovo album, Celentano, dialogando con Fabio Fazio nei panni di un cronista chiamato Fabioz, è subito entrato nel vivo della polemica, parlando di centrali nucleari e di ambiente. «Pier Ferdinando Casini come ministro è simpatico», dice Celentano, che viene subito però redarguito da Fazio il quale gli ricorda che Casini non è ministro. Ma Adriano comunque prosegue dicendo che «tra i politici è anche uno fra i più belli ma – sottolinea – ha cominciato a parlare di nucleare, così come D’Alema, Berlusconi e tutta la destra che insiste per tornare al nucleare. Dicono che le centrali nucleari sono più sicure ora, ma non è quello il problema. Il pericolo sono le scorie nucleari, che non si sa dove metterle. Per smaltirle ci vogliono venticinquemila anni. Chi vi assicura che la sicurezza delle centrali nucleari non intacchi anche le falde acquifere?».
Per Celentano, «i politici dicono che vogliono migliorare la qualità della vita, sono certo che la migliorano, ma per quanto tempo? Loro giocano su questo, sul tempo».
Adriano Celentano prosegue criticando la poca lungimiranza dei politici e la loro unica preoccupazione di non perdere voti: «In campagna elettorale – dice – si affannano ad annunciare le cose buone per il Paese, ed ecco la lista dei ’dolci avvelenatì. Quindi le città sarebbero più illuminate, ci sarebbero più grattacieli, perchè qualche deficiente identifica il benessere dall’altezza dei grattacieli, a partire dai Comuni che sono i mandanti di architetti kamikaze che distruggono ogni cosa. Il debito pubblico diminuirebbe – aggiunge – perchè faremmo a meno di comprare l’energia dalla Francia e dalla Germania. Quindi – è la tesi di Celentano – il cittadino verrebbe ingannato da una illuminazione al di fuori della propria vita mentre dentro di lui aumenterebbe il buio del cancro».
Per Celentano, «il politico, quello vero, che dovrebbe fare della politica una missione, dovrebbe evitargli i pericoli per migliorare la qualità della vita. Non fa niente se le città sono meno illuminate». E invita a «investire nella ricerca, cercare quel traguardo che sembra irraggiungibile, ma che secondo me prima o poi ci si arriva, della fusione fredda senza scorie». «Ma i politici hanno fretta – sentenzia Celentano – e quindi devono dimostrare in fretta, altrimenti si perdono i voti». E qui afferma che il presidente del Consiglio ha forse imboccato «la strada giusta».
26/11/2007 – La Stampa