Celentano racconta Yuppi Du
La versione restaurata di Yuppi Du
È sempre stato “tre passi avanti”, è sempre stato “rock”. Cantante, attore, regista, compositore, scrittore, predicatore, ecologista e cattolico, Adriano Celentano “ne ha fatta di strada” e oggi la via Gluck è idealmente prossima a Venezia. Dopo trentatre anni viene presentato in Laguna Yuppi Du, versione restaurata nel sonoro e nell’immagine dal Clan di Celentano e da Sky Cinema. Correva il 1974 quando il barcaiolo Felice Della Pietà sposava in chiesa la remissiva Adelaide di Claudia Mori e amava in segreto, nei campi, nei giardini e sotto i ponti della Laguna la Silvia di Charlotte Rampling. Yuppi Du è una storia di amore e di “resurrezione” (quella di Silvia, la prima moglie “ritornata dal canal”) ma soprattutto è un musical-drama, un’operetta morale sospesa tra Venezia e Milano per riflettere, in perfetto Celentano style, sulle morti bianche (l’incidente sul lavoro di Scognamillo), l’inquinamento (l’acqua nera di Porto Marghera), la violenza sulle donne (lo stupro scongiurato da Santercole), la divisione classista (la sequenza della cerimonia nuziale in chiesa, dove gli aristocratici si contrappongono al clan degli amici poveri di Felice) e l’arte moderna (il gatto lanciato contro il vetro). Come fu per Serafino, Celentano ci ricorda che il denaro non procura la felicità, per questa ragione lo seppellisce sotto una croce invitando lo spettatore all’amore, all’amicizia, alla fedeltà e al ritorno alle origini nella danza d’amore accompagnata dalla canzone “Yuppi Du”. Scritto, diretto e montato dal Molleggiato, Yuppi Du è una parabola surreale che ripropone nello splendore del restauro i costumi naïf di Celentano e le margherite gialle tra i capelli della Rampling, i volti infantili di Rosita, Rosalinda e Giacomo Celentano e il Napoleone sfregiato di Santercole, lo stop-frame di Jack La Cayenne e le calze nere di Claudia Mori. C’è tutto questo e molto altro ancora dietro l’effige di un uomo voltato di spalle con le braccia allargate, nato in “un giorno gelido d’inverno” e cresciuto in via Gluck come Voce ineguagliabile e Corpo musicale abitato dal non-sense. Prisencolinensinainciusol, “ol rait”.
04/09/2008 – MYmovies.it