VERONA – Parte con Svalutation ed è un tripudio lo show all’Arena di Verona, la prima di due serate-evento, che vede il ritorno di Adriano Celentano sulla scena live dopo 18 anni. RockEconomy, in diretta su Canale 5, parte con un mini-sermone affidato alla voce fuori campo di Adriano che torna a ripudiare la guerra e l’abbandono della terra per il cemento mentre le voci di Cristina Bianchini, giornalista del Tg5, e dell’attore Valerio Amoruso, recitano un testo di Rifkin e Latouche. Un testo che parla di temi molto cari al Molleggiato, come la decrescita, il miglioramento della qualità della vita, la bellezza delle città e dei passaggi, l’accesso all’acqua potabile e la qualità dell’aria. E poi lavoro, salute, cultura.
L’apertura. «Lo sviluppo – recita il testo e l’economia sono il problema e non la soluzione..». E ancora: «basta con la folle corsa al consumo…». Giacca grigia, pantaloni neri e basco di lana, Celentano è stato salutato da unàArena di Verona gremita che lo ha accolto con un lungo applauso (in platea tra gli altri anche Paolo Bonolis). Dopo Svalutation, Adriano ha acceso l’anfiteatro con le note scatenate di un Rock&Roll anni Cinquanta, Rip Hit Up.
Le canzoni. Dopo Svalutation, ‘Si è spento il sole’, La cumbia di chi cambia (di Jovanotti) e L’emozione non ha voce, che dedica a Gianni Bella («mio grande amico che con Mogol, altro grande amico, ha scritto tanti successi»), Adriano Celentano canta ‘Io sono un uomo libero’, di Ivano Fossati, che è in platea insieme ad altri artisti come Eros Ramazzotti e Paolo Bonolis. «Un giorno – racconta Adriano – Ivano Fossati mi ha chiesto posso fare un pezzo per te? Dico sì, e lui l’ha fatto. Ma questo brano è più difficile degli altri, infatti mi siedo qui a farlo», aggiunge interrotto dagli applausi del pubblico che grida ripetutamente il suo nome. «Con un piede devo segnare il levare del tempo – spiega sorridendo, quasi a scusarsi – , con l’altro il battere e con il ginocchio devo ricordare le parole». Immancabile e toccante ‘Pregherò, versione italiana di Stand by me, incisa nel ’62. Prima di intonarla, dice: «c’è un ragazzo qui che si chiama Paolo Bonolis, se non canti questa canzone ti tiro dietro qualcosa…».
Giallo sul monologo. Qualche conferma, come la presenza di Gianni Morandi unico cantante ospite delle due serate, e tanto mistero per l’atteso monologo del molleggiato. «Tutti invocano la crescita ma nessuno ci spiega come si fa a generare. Io penso si generi da una drastica inversione di marcia dell’uomo», comincia Celentano mentre la folla lo acclama al grido di ‘presidente, presidente’. Poi però si interrompe. Una lunghissima pausa e attacca a cantare ‘Camminò’. Difficile credere che il monologo fosse questo…
Fitoussi. Ma poi, dopo “Il ragazzo della via Gluck”, ecco sul palco l’economista francese Jean-Paul Fitoussi con Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Fitoussi parla di «dittatura del fiscal compact, del patto di stabilità. I governi – dice – obbediscono a questi anziché ai loro cittadini. Abbiamo governi nazionali che non hanno più potere. I popoli europei non stanno meglio di 30 anni fa e hanno perso il futuro. Viviamo in un tempo dove il futuro si è deprezzato. Serve un governo europeo che sia responsabile davanti a noi. Noi oggi abbiamo rinunciato a governare: ci siamo messi sotto la tutela dei mercati».
Irrompe Morandi. Come annunciato sul palco irrompe quindi Gianni Morandi. Insieme a Celentano canta “Scende la pioggia” e poi si unisce all’impegnativa chiacchierata su crisi e macroeconomia con Fitoussi, Stella e Rizzo. «Azzeriamo il debito non pagando nessuno», propone a un certo punto a Fitoussi il Molleggiato che poi però ridimensiona l’intervento: «Basta comprare cose a rate – dice -. Non si potrebbe invitare la gente a comprare solo quando ha i soldi?». La trovata non sembra funzionare, dal pubblico arrivano fischi e proteste: la platea vuole che Celentano lasci perdere i discorsi e ricominci a cantare.
08/10/2012 – Il Messaggero