Celentano teste in tribunale: io, l’amore e Dio
(AGI) – Milano, 29 apr. – La famiglia, la fede, l’amore: parla senza freni Adriano Celentano, non in intima confessione con un giornalista, ma in un’aula del Tribunale di Milano, dove e’ stato convocato come testimone in un processo nel quale ha querelato il settimanale ‘Panorama’ per un articolo del 18 febbraio 2005 intitolato ‘Ritratto di famiglia in un inferno’ e, invece, per il ‘molleggiato’ la sua famiglia e’ tutt’altro che un inferno, ma un nido dove lui, Claudia Mori e i tre figli, Rosita, Giacomo e Rosalinda, vivono nell’amore e nella fede. Spunta dalla Camera di Consiglio, la stanza di solito riservata alle riunioni tra i giudici, come se facesse capolino dal camerino di un suo show. Il palco, questa volta, per Celentano e’ l’aula dell’ottava sezione del tribunale del capoluogo lombardo: la verve e il sorriso sono sempre quelli del mattatore. Le parole piu’ dolci sono quelle dedicate alla moglie Claudia Mori, che prendera’ la parola come testimone, a conclusione della deposizione di Celentano. “Tra me e Claudia – scandisce il cantante – c’e’ sempre stato amore, anche se non nego i periodi di crisi”. Tra questi, ricorda la storia con Ornella Muti. “Siamo una famiglia unita e sono orgoglioso dei tre miei figli perche’ credo d’essere riuscito ad infondergli il senso di religiosita’, i valori cristiani”.
Celentano si sofferma, in particolare, sui suoi rapporti con Giacomo e Rosita. Quanto al primo, dice di aver tentato di inculcargli il senso del dovere, la necessita’ di fare un lavoro, prima di tentare la strada della musica. “Tra me e Giacomo c’e’ stato un conflitto amorevole”. Quanto a Rosita, lo show-man ammette che “si’, forse qualche volta mi sono distratto con lei”, ma poi “c’e’ un rapporto di stima reciproca tra me e i miei figli, cosi’ come tra Claudia e i figli”. Per questo, Celentano si ritiene offeso dall’articolo di ‘Panorama’, “perche’ e’ un brutto messaggio per la gente che vede in me un punto di riferimento”. Il ‘molleggiato’ non si e’ limitato ad una dichiarazione d’amore nei confronti della sua famiglia e ha approfondito, incalzato dalle domande del rappresentante dell’accusa, Tiziana Curatolo (ndr che, al termine dell’udienza, ha chiesto un autografo per la sorella, fan del cantante), su alcuni passaggi delicati della sua vita professionale. La sua memoria e’ corsa a quando intervenne per ‘salvare’ il Festival di Sanremo del 2004, in crisi di ascolti, “per soccorrere il mio amico Tony Renis”.
“Cattaneo – aggiunge – mi propose una cifra astronomica per partecipare a quel Festival, la rifiutai dal momento che, se l’avessi accettata, il mio non sarebbe piu’ stato un gesto genuino per Tony; sono sempre stato contrario a questa manifestazione e avevo sempre pensato che sarei andato solo per organizzarlo e distruggerlo definitivamente”. Dopo Celentano, si e’ seduta sulla sedia del testimone la moglie Claudia Mori, alla quale Adriano si e’ rivolto scherzosamente: “Se sbagli, suggerisco”, prendendo posto pochi metri piu’ in la’. Anche la Mori ha confermato l’unione familiare, “pur con tutte le difficolta’” e ha ricordato di quando la figlia Rosalinda volle vivere per un anno da clochard: “E’ chiaro che fu un’esperienza che ci preoccupo’ moltissimo, non sapevamo dove fosse, e’ stato un anno difficile da genitori, ma poi si e’ risolto tutto e la ragazza ha trovato la sua strada”.
29/04/2008 – AGI News On