Celentano “tradisce” Galbiate
e vuole salire su un altro colle
E vuole salire su un altro Colle Il «Molleggiato» acquista due tombe nel cimitero di Ravellino a Colle Brianza Il sindaco: «Galbiate gli piace da vivere» – Il parroco: «Ha scelto il panorama»
GALBIATE «A Celentano la nostra Galbiate piace da vivere, non da… morire»: il sindaco Livio Bonacina se la cava con una brillante battuta. La decisione di uno dei più illustri cittadini del paese di acquistare due cappelle nel cimitero della frazione di Ravellino a Colle Brianza non può che far discutere. Specialmente a Galbiate, che si sarebbe atteso una scelta legata al luogo dove il ragazzo della via Gluck risiede. Nel giorno in cui il suo comune incassa il sonoro schiaffo morale del grande rifiuto, il primo concittadino del Molleggiato riesce comunque a farsene una ragione: Adriano Celentano, il galbiatese più celebre – quello che non si stanca mai di portare il nome del suo paese nei talk show e nelle librerie – ha deciso di voltargli le spalle. Il cantante e opinionista, l’ideatore della «Rockpolitik», non si godrà qui il suo riposo eterno, né lo farà Claudia Mori: la coppia più bella del mondo tornerà polvere in suolo straniero. Un affronto che, da Celentano, nessuno si sarebbe mai aspettato, orgoglioso come ha sempre dimostrato di essere della terra da cui, trent’anni fa ormai, ha scelto di farsi adottare. «A Galbiate Celentano ha comprato casa, altrove ha comprato tomba: nel cambio – si dà pace il sindaco -, mi pare pur sempre che ci guadagniamo. È il paesaggio di Galbiate che Celentano ha voluto sempre avere negli occhi: credo che poco importi che cosa avrà davanti quando purtroppo saranno chiusi». Bonacina ci tiene a escludere – questo sì – qualunque ragione tecnica che possa aver indotto l’ex ragazzo della via Gluck alla decisione di traslocare da Galbiate la sua dimora eterna. Il sindaco, quando ha saputo la notizia delle tombe acquistate da Celentano fuori Galbiate, ha subito controllato negli uffici, concludendo: «Almeno da quando siamo in carica noi, non è mai stata presentata in Comune alcuna domanda di tombe o cappelle da parte di Celentano: non ha dovuto emigrare, insomma, perché nel cimitero di Galbiate non c’era posto o perché eventuali sue richieste non siano state approvate». «In conclusione – spalanca le braccia il primo cittadino -, se ha scelto Ravellino, sarà che gli è piaciuto così». Neanche il parroco di Galbiate, don Enrico Panzeri, se la prende per il «tradimento» di Celentano (fervente cattolico e assiduo frequentatore della messa domenicale): in mancanza di «notizie precise, dirette» sui motivi della scelta, il sacerdote abbozza l’«ipotesi paesistica». Azzarda infatti il religioso: «È ben nota la sensibilità ambientale di Celentano. Posso immaginare che abbia scelto di riposare a Ravellino, dove il camposanto è molto panoramico, soleggiato e luminoso, mentre purtroppo da questo punto di vista il cimitero di Galbiate non è dello stesso pregio». «Tranne che in estate – osserva don Enrico -, resta perlopiù in ombra: è un po’ freddino. Aggiungiamo inoltre che non so quanta disponibilità di spazio fosse possibile reperire a Galbiate per tombe di un certo tipo: non c’è più molto posto, da noi, per sepolture particolari». «In conclusione – afferma don Enrico – non vedo altra ragione, se non una scelta di tipo estetico, per la sepoltura di Celentano e consorte in un altro camposanto, diverso da quello locale». Dopo il botta e risposta sulla questione ambientale affrontata nel suo libro «Rockpolitik», in cui sosteneva di aver salvato l’ambiente dove vive, ecco una nuova pagina scritta del suo legame con Galbiate, tradito questa volta per salire su un altro Colle. Qualche mese fa a essere coinvolti furono addirittura gli inceneritori, tanto che al Molleggiato arrivò perfino l’invito a prendere un caffé con chi gestisce questi impianti. Oggi sono invece i suoi concittadini a restare con un certo amaro in bocca.
Patrizia Zucchi
22/02/2007 – La Provincia di Lecco (www.laprovinciadilecco.it)