Icone. Dagli esordi «scandalosi» alle vette delle hit parade, e poi cinema e tv. Il 6 gennaio il Molleggiato compie 80 anni
Quando Leontino e Giuditta Giuva lasciano Foggia nel 1927 per partire verso Nord possiamo immaginare che non cerchino fortuna ma più semplicemente lavoro. Un’opportunità per poter allevare dignitosamente quei quattro figli: Rosa, Sandro, Maria e Adriana. Approdano a Galliate, provincia di Novara, Leontino è venditore ambulante di biancheria, Giuditta fa la sarta. Campano, ma non è ancora la dignità cercata. Così si spostano ancora, a Cascina Robecco, vicino a Monza. Qui però nel 1934 perdono la piccola Adriana, stroncata dalla leucemia a nove anni. Una mazzata devastante, forse per questo cambiano di nuovo, Giuditta soprattutto è fortemente provata, decide di non volere più figli e soprattutto decide di puntare sulla grande città: Milano. Vanno a vivere in una zona popolare e periferica a ridosso della stazione Centrale, inaugurata solo tre anni prima, in via Gluck al numero 14. Nel corso del 1937 Giuditta ha delle strane sensazioni, non si sente bene, la risposta del medico è disarmante: «signora, lei è incinta». Non ci vuole credere, si rifiuta di crederlo, non prepara neppure il corredino, è anche convinta che quella creatura non sopravviverà perché figlio di gente anziana. Lei ha 42 anni, un’età che all’epoca era considerata tale. Ma la creatura è testarda, per quanto non proprio gradito si affaccia al mondo nella casa di via Gluck, il 6 gennaio 1938, e si mostra già attrezzato per affrontarlo: pesa cinque chili e mezzo e urla come un ossesso. Lo chiamano Adriano. Sì, quel giorno è nato un mito.
Adriano non è proprio uno studente modello, da subito viene mandato al lavoro, anche perché babbo Leontino ha lasciato vedova Giuditta. Tornitore, idraulico, arrotino, poi una folgorazione che è anche una premonizione: gli orologi. Il perché è tutto nel 1957. Jerry Lewis impazza nel mondo con le sue smorfie buffe, Adriano ha deciso che lo sa imitare. Lo ha deciso lui, quindi si allena davanti allo specchio. Nei primi mesi dell’anno «l’inimitabile» Stock 84 lancia un concorso di sosia. Adriano partecipa e vince 100mila lire (all’epoca un sacco di soldi). Giuditta, che sino a quel momento lo guardava sconvolta, comincia a ricredersi. Comincia. Nel frattempo un amico gli ha regalato un disco: Rock around the Clock (eccolo l’orologio). Adriano vede la luce come i Blues Brothers. Pochi mesi dopo, più precisamente il 17 maggio, il ballerino Bruno Dossena organizza al palazzo del ghiaccio di Milano il primo festival del rock’n’roll. Partecipano diversi gruppi tra cui i Rock Boys, Adriano Celentano, voce, Giorgio Gaber, chitarra, Enzo Jannacci, pianoforte, Luigi Tenco, sax. Non male. L’esecuzione di Ciao ti dirò fa esplodere il pubblico composto esclusivamente da giovani.
Giuditta non è ancora del tutto convinta, ma l’anno successivo Adriano comincia a spiccare il volo prima fa gavetta «gratis» nei locali di Milano, poi vince un festival rock di Ancona e quando incide Il tuo bacio è come un rock, non per la Ricordi che voleva 5mila lire per pubblicare il disco, ma per Walter Franz Gurtler della Jolly con cui ha firmato un contratto, il successo è travolgente. Adriano è irresistibile. Fonda la sua casa discografica, il Clan, contro il parere di tutti, lui se ne infischia dei pareri a fa bene. Conosce Claudia Moroni, in arte Mori, si innamorano, si sposano privatamente in una chiesa di Grosseto alle tre di notte per evitare i paparazzi e i giornalisti che li braccano continuamente. E la coppia va a vivere… con Giuditta che nel frattempo si è trasferita in via Zuretti. Claudia forse non sospettava di avere sposato un rocker mammone, ma forse neppure sospettava di avere sposato un intero clan, composto da tutti gli amici che da sempre hanno circondato Adriano e ne hanno condiviso esperienze e sentimenti.
Il resto è noto: musica, cinema, televisione, Celentano ha segnato il nostro immaginario spettacolare molto spesso anticipando i tempi, ecologia, alimentazione, urbanizzazione selvaggia sono temi comparsi nelle sue canzoni in epoche in cui neppure si sospettavano quei problemi. Il suo modo di intendere la conduzione televisiva è stato unico e ha fatto tremare i paludati dirigenti Rai con i quali ha sempre dovuto interloquire quasi sempre imponendosi. Anche Berlusconi lo avrebbe voluto, ma non poteva cedere sulle interruzioni pubblicitarie, neppure Adriano. Anche se ora ha accettato l’offerta Mediaset per la messa in onda di Adrian, serie evento di animazione da lui stesso scritta e disegnata da Milo Manara, che dovrebbe andare in onda nei prossimi mesi.
Per anni chi scrive ha lavorato con Bruno Perini, sua mamma era sorella di Adriano, quindi lui è il nipote che mi ha fornito (anche grazie al suo volume Adriano, edito da Rizzoli) molte delle informazioni «famigliari». Una volta, grazie a Bruno, ho fatto gli auguri al telefono a Celentano in occasione di un suo compleanno, però nessuna intervista, nonostante abbia seguito presentazioni di dischi (ma lui non c’era mai), e sia stato sul set di trasmissioni tv condotte da lui, che però parlava solo alle telecamere. Adriano è fatto così. Ma non è fatto male, anche ora, che compie 80 anni. Auguri.
02/01/2018 – Il Manifesto