MILANO – Terza puntata di RockPolitik. Alle 21.12 su RaiUno è iniziato il terzo atto del “Re degli Ignoranti”, che ha avuto come ospiti Teo Teocoli, Loredana Bertè, i Subsonica e Patti Smith.
All’inizio della puntata in video scene dello tsunami e di New Orleans alluvionata.
Poi la prima canzone e il monologo “Rock e Lento”: «Le bombe intelligenti sono lente». «Firmare il contratto con gli italiani… qui c’è scritto che è lento ma io dico che a suo tempo era rock». E poi: «Fassino è rock, Ferrara è rock».
IL SINDACO ROCK PER MILANO E’ DARIO FO – Nel monologo torna anche il tema forte della sua città. E questa volta per Milano c’è proprio una vera investitura: «Dario Fo è rock, sarebbe il sindaco giusto. O, mi raccomando, quando ti hanno eletto chiamami che ho anch’io delle idee su Milano». In qualche modo così Celentano chiude il cerchio: dopo le critiche ad Albertini e ai grattaceli, alla città che ha tradito le sue origini e il suo spirito, il «Molleggiato» ha voluto indicare la sua strada: l’attore premio Nobel è il sindaco giusto.
PRIMO OSPITE TEO TEOCOLI – Il primo ospite della puntata è stato Teo Teocoli, che ha raccontato la sua crisi d’identità dovuta alla “Sindrome di Adriano”, frutto delle sue imitazioni del cantante: «Sono stato ricoverato. La “celentina pectoris” è contagiosa. Io sono guarito ma sto ancora bene nei tuoi panni». Ha raccontato di essere stato ricoverato in manicomio: «La gente gridava: facci Celentano». «Una persona – ha continuato il comico – mi ha aiutato». «Del Noce?», gli ha chiesto Celentano. «No, era dentro prima di me – ha detto Teocoli riferendosi ancora al manicomio – ma era nel reparto inguaribili». Poi i due hanno cantato insieme uno dei pezzi celebri di Celentano e poi hanno duettato in uno strano italo-russo.
CROZZA-GUCCINI – Crozza nei panni di Francesco Guccini, con tanto di eschimo e tavolo della trattoria con tovaglia a quadretti. «Voi vi chiederete cosa ci fa Guccini nel programma di Celentano. E’ stata la Rai a chiamarmi, perché il programma stava andando troppo a sinistra». Il primo pezzo cantato di Crozza- Guccini è stata «La canzone di Porta a porta, trasmissione che sta al pluralismo come un secchio al lago d’Orta».
E’ seguito un pezzo dedicato a Daniela Santanché, «Daniela chiccosa» sulle note di «Bocca di Rosa», mentre la parlamentare di An appariva sullo sfondo con dito medio alzato, inserita nel quadro «Quarto stato» con Bruno Vespa. Crozza ha chiuso con la canzone di Antonio Fazio: «Un vecchio e il soldino»: «Io sono il garante. C’è solo un tiolo che non ti abbandona, ce l’ho sotto il culo, è la mia poltrona».
MONOLOGO CON VOCABOLARIO ALLA MANO – Il «re degli ingnoranti” ha poi vestito i suoi panni più tipici andando a leggere sul vocabolario della lingua italiana, alcuni dei termini più usati in tv. Si è soffermato in particolare su demografia, demagogia e democrazia.
CORNACCHIONE – «Questo programma – ha esordito il comico – è un pericolo per l’Italia e per il mondo intero. Ecco perché Bush ha voluto parlare con Berlusconi».
IL MOLOGO DI CROZZA – Per la prima volta in RockPolitik Maurizio Crozza ha avuto spazio con un suo monologo, senza vestire i panni di qualcun altro. Si è presentato con un pollo sotto braccio: «Attenti, sono armato». Nel mirino le nostre paure: «stiamo attenti anche a calpestare le striscie bianche per strada». E poi un attacco ai nostri tempi: politica, società, sport. Tutto dui basso livello, a cominciare dal pensiero:
LA RANIERI IN TILT – La serata non è andata proprio liscia per Luisa Ranieri, che ha cantato Maruzzella e ha stonato in modo netto e poi si è impappinata nel presentare i Subsonica.
L’OMAGGIO DI PATTI SMITH A PASOLINI – Tra le note della canzone «Because di Night» cantata da Patti Smith le parole di Pasolini sulla tv e sugli oppressi. «Da lui – ha detto la cantante – io ho imparato che i morti parlano e che dobbiamo saperli ascoltare. L’Africa ci parla e noi dobbiamo incontrarla. Mi ha insegnato anche ad amare Gesù Cristo, un rivoluzionario che ha abbracciato la causa dei poveri».
LA SINISTRA DEVE SMETTERE DI LITIGARE – «Nel ’75 ero felice di potermi staccarmi dal gioco del Vietnam – ha detto Patti Smith durante la conversazione con Celentano – la fine di quella guerra mi ha permesso di andare avanti. Ora mi ritrovo come americana nel mezzo di un’occupazione illegale e immorale dell’amministrazione Bush dell’Iraq. Io non voglio continuare ad avere vergogna. Vogliamo la fine dell’occupazione, vogliamo la pace. La sinistra deve smettere di litigare per raggiungere i suoi obiettivi».
04/11/2005 – Corriere della Sera