Curzi: Benigni-Celentano dimostrano binomio alta qualità
Roma, 30 nov. (Apcom) – ”L’uno-due assestato dalla Rai alla concorrenza con Celentano e Benigni nel giro di una settimana – nel pieno del cosiddetto periodo di garanzia, fondamentale ai fini dell’acquisizione delle risorse pubblicitarie – conferma che, quando vuole e ce la mette tutta, il servizio pubblico è in grado di vedersela ad armi pari e di vincere con Mediaset sul piano degli ascolti, conservando contemporaneamente una doverosa e inequivocabile cifra da servizio pubblico”. Lo sottolinea il consigliere d’amministrazione Rai Sandro Curzi, soddisfatto per il risultato raggiunto dalla Rai. ”Qualcuno continua a storcere il muso, secondo me ingiustamente, all’idea che i caratteristici e accattivanti show di Celentano possano rientrare nell’ambito della mission di un servizio pubblico forte e popolare. Ma, di fronte al Quinto dell’inferno benigniano – aggiunge Curzi -, ogni riserva deve cedere il passo a soddisfazione e a motivi di conforto. Non solo per le capacità e le sorti del servizio pubblico, ma della tenuta e delle sorti del Paese. Il fatto che ieri 10-12 milioni di italiani si siano sintonizzati e siano rimasti inchiodati dal talento di Benigni ma soprattutto dalla poesia dantesca, con medie di distribuzione geografica e generazionale degli ascolti più omogenee del solito, significa che la Tv non è e può continuare a non essere solo spazzatura, che la Rai può e deve osare di più sul piano della qualità (senza rinunciare agli ascolti e alla pubblicità) e che nel Paese ci sono ancora risorse straordinarie per costruire un futuro migliore del presente”. ”In questo senso – continua il consigliere -, si deve rilevare che Benigni ha ottenuto tali risultati in presenza di una forte controprogrammazione da parte del principale concorrente con la fiction sul Capo dei capi e della concorrenza domestica di Annozero. Sono i due soli appuntamenti che hanno rettodi fronte al ciclone-Benigni. Consentendo ad un impegnativo pacchetto di trasmissioni che metteva insieme Dante, la mafia e un’inchiesta giornalistica alla maniera di Santoro di incollare complessivamente di fronte al piccolo schermo 20-22 milioni di italiani. E questo mi pare molto confortante”.
30/11/2007 – APcom