Del Noce: è un programma politico
Castelli: Santoro parla di cultura? Dovrebbe ripassare l’italiano
Il direttore generale Meocci elogia il Molleggiato e An chiede le sue dimissioni. La replica: ne parleremo in vigilanza
BRUGHERIO (Milano) – Uno arriva fin dal pomeriggio, si aggira per il megaset tv di Brugherio, sorride, stringe mani e si definisce «un ragazzo della via Gluck».
L’altro compare (inaspettato) solo ai titoli del Tg1, giusto per «dare l’in bocca al lupo ad Adriano». E poi scappa via a casa di un’amica milanese. Alfredo Meocci, direttore generale Rai, resta fino alla fine. Mentre Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno, diventa il convitato di pietra del debutto di RockPolitik , il nuovo show di Celentano. Ad esempio quando il Molleggiato mostra la sua gigantografia con vicino le parole pronunciate per autosospendersi dalla sua carica di direttore. Motivo: «l’assoluta impossibilità» di poter esercitare il diritto-dovere di controllo editoriale sul programma di Celentano. Così alla fine Del Noce non potrà che confermare la linea iniziale: «Credo che tutti abbiano capito perché Celentano rifiutasse ogni controllo editoriale: questo è un programma politico. Ho avuto ragione a comportarmi come ho fatto».
LA TENSIONE – Ma già prima, a meno di un’ora dal debutto dello show, Del Noce è teso. Sottobraccio al direttore generale Alfredo Meocci all’ingresso del megaset di Brugherio, con un sorriso ricorda a tutti che «qualsiasi cosa succederà non posso essere considerato responsabile». Dura una decina di minuti il saluto con il Molleggiato, che quasi in contemporanea riceve una telefonata di auguri anche dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Preoccupato, Del Noce? «Zero». Neanche per Santoro che torna in tv? «Quello è un problema suo e dei suoi elettori, cui bisognerebbe chiedere se si sentono presi in giro».
MEOCCI TRANQUILLO – Se la ride, invece, Meocci. Prima del via e durante lo show, che segue seduto in prima fila. Dell’autosospensione di Del Noce dice: «Ognuno fa le sue scelte, io dico solo che sono il direttore generale e sono arrivato qui appena due ore prima dello show». Ostenta tranquillità mentre passeggia nello studio: «Sono qui per divertirmi, vengo dalla provincia, sono un uomo libero come i ragazzi della via Gluck. Celentano è un grande artista, per stasera ce lo godiamo, il resto lo affronteremo poi». E dopo il primo monologo sulla libertà di stampa in Italia, tenendogli testa chiede al Molleggiato: «Però stasera un pochino siamo cresciuti nella graduatoria dei Paesi liberi, no?». Su Santoro cerca di sorvolare, «non posso entrare nel merito e non bisogna fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Però non capisco tutta questa nevrosi: a nessuno è precluso l’ingresso in Rai, e con lui non esiste alcun contrasto». Indirettamente risponde all’ex eurodeputato che a Celentano chiede di riavere il suo microfono, le sue telecamere, il suo studio: «Quella della Rai per fortuna è una direzione aperta, e quindi alla fine deciderà per il meglio».
LE REAZIONI – Da metà programma fioccano le reazioni. Per il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Paolo Gentiloni «la partecipazione di Santoro è stata uno spot all’articolo 21 della Costituzione». Critica, invece, la giornalista Lucia Annunziata: «Resto della mia idea: la politica non deve prendere scorciatoie». Nino Rizzo Nervo, membro Cda Rai, aggiunge: «Le preoccupazioni della vigilia non avevano ragion d’essere». Durissimo, invece, Michele Bonatesta, An, membro della commissione di Vigilanza Rai, che chiede le dimissioni di Meocci: «Farebbe bene ad andarsene a casa». Secca la replica del diretto interessato: «Ne parleremo in commissione di vigilanza. Non sono attaccato alla sedia». Mentre il ministro della Giustizia Castelli attacca: «Santoro avrebbe bisogno di ripassare l’italiano…».
Claudia Voltattorni
21/10/2005 – Corriere della Sera