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Democrazia Celentana

Filippo ci ha segnalato questa intervista a Pipolo (Giuseppe Moccia) di alcuni mesi fa, prima che ci lasciasse, recentemente.


Come mai Celentano ha smesso di fare film nell’87 con “Il Burbero”? Non pensi che avrebbe potuto fare anche qualcosa di più?

Certo che avrebbe potuto. E potrebbe ancora. Pensa che bei personaggi degni di un Jack Nicholson o di un Bill Murray potrebbe interpretare specialmente adesso che la sua maschera, con l’età, si è fatta ancora più interessante! E, tanto per la cronaca, Il Burbero non è stato il suo ultimo film. Qualche anno dopo ha interpretato Jackpot diretto da Mario Orfini, un film che parla di un contadino naif che viene utilizzato da degli scienziati per ricondurre alla semplicità dei bambini dai cervelli superdotati e dediti ai computers. Comunque sono sempre in contatto con Adriano e ho promesso di scrivere al più presto una storia adatta a lui e al suo attuale momento. Ha detto però che se la trovo, questa storia, la vorrebbe dirigere lui. E sarebbe anche questa una prima volta perché Adriano, che adopera in maniera eccezionale la macchina da presa, stavolta non scriverebbe la sceneggiatura di un suo film da regista. Sto pensando alla storia di un barbone filosofo che vive ai margini della città e… scusami ma non vado oltre perché la devo raccontare prima a lui.

[…]

Ti è piaciuto il programma?

Il programma mi è piaciuto moltissimo. E mi è dispiaciuto, a differenza di “Fantastico 8â€? in cui io e Franco eravamo tra gli autori e dove sono nate per la prima volta le famose “pause di riflessioneâ€?, di non avervi partecipato. Ma le troppe difficoltà e soprattutto la distanza (sia geografica che politica) hanno reso improbabile la mia partecipazione. Ciò non toglie che penso che alcuni numeri di Rockpolitik come per esempio la lettera a Berlusconi di Adriano e Benigni siano stati delle gemme del varietà della televisione italiana. Come sempre accade in tutto ciò che fa Adriano, ci si aspettava sempre l’evento e si stava ogni settimana con il fiato sospeso. Conoscendo bene Adriano io sono stato tra quelli che ha sempre pensato di un probabile arrivo di Silvio in trasmissione e so che c’è stato un momento in cui questa possibilità stava per diventare certezza.

Da destra attacchi furiosi, da sinistra ovazioni scomposte oppure estremee pavide cautele. Funari ci dice che Adriano in realtà è democristiano. Tu che lo conosci, cosa pensi dell’appartenenza politica di Celentano (sempre ammesso che ne abbia una)?

Funari ha fatto centro, in tutti i sensi. Adriano è democristiano ma soprattutto cristiano. Lui è un fustigatore di costumi e non a caso mi ha sempre detto che l’episodio del vangelo che gli è piaciuto più di altri è quello in cui Gesù prende a frustate i mercanti del Tempio. C’è chi l’ha definito “Il Re degli ignoranti� o “Un cretino di talento� io politicamente lo definirei “un Cristiano di Sinistra�. “Rockpolitik� è stato praticamente un pulpito da cui predicare le sue verità. Più aspre del solito anche perché stavolta gli autori che lo coadiuvavano erano Cugia (Jack Folla), Cerami (La Tigre e la neve), Michele Serra (i monologhi di Beppe Grillo), i quali, specie per le parti in cui non recitava Adriano, hanno inasprito i toni degli altri attori determinando un tipo di spettacolo che non è stato molto gradito dalla borghesia. Ti posso solo dire che molti miei amici ben pensanti ( si dice così?) ogni volta che mi incontravano dopo una trasmissione di Adriano se la prendevano con me che sono suo amico. In realtà Adriano possiede un innato senso di giustizia e questo, unito alla sua mania di protagonismo e alle dure realtà della vita attuale che sono peggiorate con gli anni, lo porta a giudicare, correggere e insegnare qualcosa a tutti. Anche se vari giornalisti hanno trovato dei controsensi tra il suo modo di predicare e la conduzione della sua vita materiale additandolo come un predicatore che predica bene e razzola male, io ti posso dire per quanto lo conosco (e lo conosco molto bene) che Adriano è sempre in buona fede.

Trovi che Adriano sia cambiato da quando recitava nei tuoi film?

Per niente. Gli argomenti sono sempre quelli: sia l’amore per la campagna, per gli animali e l’odio per lo smog, la città e i cittadini de Il bisbetico domato (pensate alla scena in cui parla ai corvi e li convince ad andarsene) oppure il disprezzo dei potenti e la fiducia nella sincerità e del trionfo dell’amore di Innamorato Pazzo. Questo riguardo ai film miei e di Castellano. Ma anche allora, all’apice del successo cinematografico di cassetta Adriano sentiva la necessità di alternare il personaggio di attore popolarissimo dei nostri film con quello ieratico e predicatore. Non a caso tra Il bisbetico domato e Innamorato pazzo ha girato Joan Lui dove si identifica addirittura in un profeta con chitarra che ha molti punti di contatto con Gesù.

In che rapporti sei rimasto con Adriano? Lo senti ogni tanto?

Come ho già detto, sono rimasto in ottimi rapporti con lui e lo sento molto spesso. Gli ho telefonato subito dopo l’ultima puntata di “Rockpolitik� per commentare e pochi giorni fa, il 6 gennaio per fargli gli auguri perché, come forse saprai, Adriano è nato proprio nel giorno dell’Epifania e io, oltre a chiamarlo “Il celebre�, “Il Re� e “Il Più� lo chiamo (ma solo in quell’occasione) “Befanino�.
Conosco tantissimi attori, posso dire quasi tutti, ma non ci si vede e non ci si sente quasi mai come se ci fosse un tacito accordo di rincontrarci a una serata o al prossimo film. Con Adriano è diverso perché, col tempo e con le avventure che ci hanno uniti, siamo diventati amici. E’ un’amicizia che dura da anni e a cui tengo moltissimo. E’ cominciata una sera d’estate, al Foro Italico dove lui (era solo un cantante e alle prime armi) si esibiva per la prima volta a Roma. Io ero un giovane studente e già un suo fan, lo avevo visto in tivù e a Sanremo; pensa che io non facevo cinema, disegnavo e andavo in giro con i pantaloni a zampa di elefante, le basette lunghe cercando di vestirmi come lui. Il pubblico già l’amava e prese a fischi perfino Corrado che presentava e il quartetto Cetra che si esibiva perché non voleva aspettare e pretendeva di vedere subito ed esclusivamente lui. Perfino il cantante brasiliano Joao Gilberto, il re della bossa nova, fu fischiato e uno scalmanato gli lanciò una sedia. Tutto questo finché non entrò in scena Adriano. Quando uscì sul palco ci fu un uragano di applausi, fischi all’americana e grida isteriche. Si esibì con “Il tuo bacio è come un rock� e tanti altri suoi successi dimenandosi in quella sua maniera caratteristica che gli è valsa il soprannome de “Il Molleggiato�. Tutti cantavamo e ballavamo con lui e alla fine della serata raggiunsi con difficoltà la roulotte che l’ospitava e grazie a degli amici comuni (tra cui Gianni Minà) riuscii a fare la sua conoscenza.
Un cantante agli esordi e un suo fan invasato. Chi l’avrebbe detto che vari anni dopo (è troppo lungo raccontare quando e come) ci saremmo rincontrati, io sceneggiatore di film comici di successo e lui superstar! E che sarei diventato suo amico! E che lo avrei diretto tante volte!
Si vede che era destino.

13/01/2006 – CineBoom.it

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