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Gli abitanti:«La nostra via Gluck è brutta, vero ma Celentano sa che può rifiorire»

Nel sito del Molleggiato c’è ancora la petizione per salvare la strada e i turisti continuano a cercare la sua casa al numero 14

Uno scorcio di via Gluck. Al numero 14, l'abitazione dove nacque il Molleggiato (Fotogramma)

Bella non è, oggi, la via Gluck. «Solo in questo ha ragione il Molleggiato», dice chi abita qui da sempre come da un giorno. Tutti d’accordo, invece, con quel vincolo di tutela deciso dal Comune, che ha raccolto una richiesta nata dal basso, dalla gente di Greco custode della memoria e dell’identità di Milano. «Immaginate di sollevare l’asfalto e ritrovare i masselli di pavé», dice Carole Mc Graf, artista della Scala e presidente commissione cultura della zona 2. «E, poi, di lasciarla aperta solo al traffico dei residenti», aggiunge Pippo Amato, anima del Comitato Amici della Martesana. Un restyling minimale, perché salvo due, i palazzi sono ben tenuti anche nelle facciate. «Abito qui da trent’anni – aggiunge Vito Fratta – e ricordo quant’era viva questa strada. C’era tutto, dal materassaio al panettiere. Al 12 c’era Mantovani, il lattaio e al un falegname e in fondo alla via la casa discografica di Vecchioni. Il palazzo verde d’angolo, poi, era un alberghetto che ospitava le fotomodelle». In via Gluck abitava Vanna Marchi e poco distante Licia Colò e Gerry Scotti. Due mesi fa ha chiuso anche il barbiere. Sedici saracinesche chiuse sul lato dispari, interrotte solo da un centro massaggi cinese.

«ESTENDERE IL VINCOLO» – A tenere in vita la via Gluck rimangono tre ristoranti e il pellettiere Astolfo. Alessandro Blasi, contitolare di «Al cuoco di bordo», invita il Comune a una riflessione: «Che senso ha tutelare solo questi novanta metri di strada? Perché non estendere il vincolo alla strada accanto che corre lungo il rilevato ferroviario? Novanta metri è cosa ridicola, anche se lavorando qui dal ’79 so che ha le potenzialità per rifiorire». Quel rilevato ferroviario che ha spezzato in due tronconi la vecchia Greco è il tema chiave di questo pezzo di città che non è più da tempo periferia. «Il vincolo sulla via Gluck è un passo importantissimo, ci auguriamo che l’amministrazione trovi l’energia di affrontare la questione rilevati, per poterli restituire alla città», commenta Irma Surico, del comitato 4tunnel.

MILANESI DOC E TURISTI – Novanta metri di strada potranno sembrare pochi e questa strada con le saracinesche abbassate potrà apparire triste ma solo a chi passa un po’ distratto. A rimanere qualche ora, fingendosi turisti, si scopre che quella strada è ancora un paese. Quando esce di casa l’Anna, che fu portiera al 49 della parallela via Zuretti, si forma un crocchio attorno. «Quando c’era Celentano qui eravamo tutti terroni, adesso per metà gli abitanti sono i ragazzi del Bangladesh che vendono fiori. Brava gente, anche se dovrebbero tenere più pulito». Incontriamo Mariangela Poliani e il compagno Gregorio Fioravanti, milanese doc lei, romano lui, che vivono in centro e qui non c’era no mai stati. Fino a ieri. «Mi piace questa storia di riportare in auge la via Gluck e sono venuta a scoprirla».

«CELENTANO È CON NOI» – E speriamo che presto al civico 14 si possa affiggere la targa che ricorda la casa che diede i natali al Molleggiato. In due ore, al suo portone han suonato tre turisti. Non per nulla, fanno notare gli Amici della Martesana, «sul sito di Celentano c’è ancora la petizione “Salviamo la via Gluck”». Come dire, lui è con noi. «E che sarebbe stata questa storia se l’Adriano non avesse fatto un po’ di sana polemica. La via è brutta, certo, ha ragione lui. Ma noi sappiamo come può tornare», conclude Gianni Banfi, dell’associazione amici grechesi.

10/11/2013 – Corriere Milano (milano.corriere.it)

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