Il re del web e quello della tv nazionalpopolare: Adriano gli propone libertà assoluta, e Beppe è tentato
Pensate Celentano, il profeta della tv nazionalpopolare, assieme a Grillo, un tempo re della tv e ora del web, pensate i giovani super tecnologici del Movimento 5 stelle che votano lo stesso delle nonne del pubblico televisivo mainstream. Un’accoppiata escatologica sta per abbattersi sui partiti già messi così male.
Carlo Freccero annuncia che ormai è «probabilissimo, ci scommetterei», vedere Grillo nel programma di Celentano, che «non sarà un semplice concerto, ma un comizio»; sarebbe l’evento telepolitico dell’anno, a meno di otto mesi dalle elezioni, la risposta movimentista ai grandi show di sinistra di Saviano-Fazio. Ma ulteriori indicazioni si ricavano anche fuori dal backstage di Piazza Pulita, dove l’altra sera quand’era ormai tardi Freccero ha dato la notizia. Che i due si sentano è normalissimo, ma Celentano sta esercitando un garbato pressing sul vecchio amico.
Chi sa bene le cose sostiene che l’idea che Adriano ha in mente sarebbe far salire direttamente il comico-politico sul palco dell’Arena di Verona, dove l’8 e il 9 ottobre si celebra il trionfale ritorno non solo in tv, ma in un evento live, di Celentano. Oppure il leader del Movimento 5 stelle potrebbe partecipare in collegamento video. Molto dipenderà dalla disponibilità fisica di Grillo: che pochi giorni prima, quasi in sovrapposizione con l’evento di Adriano, ha in programma lo sbarco dei nuovi Mille in Sicilia per le elezioni regionali sull’isola, «qui o si fa l’Italia o si muore». Così Grillo farà lo stretto a nuoto, e si sta allenando tutti i giorni a Nervi, poi farà 15 giorni in camper anche lui! – senza scorta, per lanciare la sua campagna nell’isola centrata su una proposta iconica: gli eletti siciliani guadagneranno 5000 euro lordi al mese, non più i ventimila attuali. Epocale.
Celentano da tutto questo è attrattissimo, e stavolta ce la può fare. Mediaset, sottolineano i suoi amici, gli ha concesso due serate con pochissimi vincoli, anche perché deve recuperare un bel po’ di terreno perduto. Naturalmente la condizione per avere uno come Beppe è concedergli libertà totale, e in questo bisognerebbe vedere come la prenderebbe l’azienda. Ma il Molleggiato è convinto di aver ottenuto carta bianca, e di esser difeso dal contratto.
Naturalmente c’è il problema di apparire sulla tv di Silvio, ma in fondo è relativo, e forse stimolante due volte organizzare simile beffa. E Beppe non ha dimenticato le diverse apparizioni che Adriano ha fatto negli eventi dei 5 stelle. Già nell’aprile del 2008 Celentano mandò un video al secondo Vday, quello di Torino, in cui sosteneva «non è vero che Grillo è l’antipolitica». Erano in pochi a pensarlo. A febbraio dell’anno scorso i due si concessero un duetto sul «Corriere» in cui Celentano gli faceva «sei tu quello veramente rock, hai saputo accendere una scintilla lenta ma inesorabile che divamperà quando meno te lo aspetti in un incendio purificatore, inestinguibile». Beppe ricambiò gli elogi convincendo Adriano, a dicembre, a tornare su un palco dopo 17 anni, al Cep, nel ponente genovese della speculazione edilizia. Disse, ispirato: «Celentano non va in tv da Fiorello, dodici milioni di spettatori e viene qui, al PalaCep: è una cosa straordinaria». E a maggio, dopo il trionfo alle amministrative, Celentano si congratulò immaginando magnifiche sorti, «ormai Beppe non ti ferma nessuno. La scia luminosa delle tue cinque stelle aprirà la nascita di una nuova politica che attraverserà l’Europa». Beh, nuova sì, col web e tutto; ma mettiamoci dentro pure la tv.
Jacopo Iacoboni
15/09/2012 – La Stampa