GALBIATE (Lecco) – Allarme bracconieri, è emergenza per le tagliole e le trappole disseminate nel bosco di Mulino, vicino alla villa di Adriano Celentano. L’incubo è il solito sottile cavo d’acciaio con un capo legato a un punto fisso (un albero, un palo, una recinzione) e l’altro chiuso da un nodo scorsoio.
La legge vieta questi micidiali lacci, ma i cacciatori di frodo li usano perché quando un animale vi incappa è condannato a morte, non ne esce più.
L’allarme è scattato a Galbiate, in particolare alla frazione Mulino. I proprietari dei cani erano stati avvertiti qualche giorno da un insistente passaparola: «Evitate di far correre i vostri cuccioli nel bosco. Ci sono alcune trappole. Potrebbe essere pericoloso».
Il passaparola bisbigliato al bar o sui sentieri della zona dai padroni dei cani è giunto anche alle orecchie degli agenti della vigilanza ambientale della «Lega abolizione caccia», che ieri all’alba hanno deciso di compiere un’operazione «setaccio».
Il grande bosco, che sorge a meno di cento metri dalla villa di Adriano Celentano, è stato ispezionato a palmo a palmo. Un lavoro lungo e meticoloso. E le sorprese non sono mancate. Disseminati lungo i sentieri, ben mimetizzati, gli agenti hanno scoperto e sequestrato una decina di lacci d’acciaio, trappole illegali e micidiali, che condannano gli animali che vi incappano a una lenta agonia.
Purtroppo, in una di queste trappole, è stato rinvenuto uno splendido esemplare di volpe ormai privo di vita.
«Queste trappole a nodo scorsoio – ha spiegato un agente della vigilanza ambientale – vengono posizionate sui sentieri e ancorate a un tronco d’albero. Sono invisibili ma letali».
Le indagini sono mirate, come spesso in questi casi, agli ambienti dei cacciatori di frodo, tradizionali manipolatori di trappole e tagliole, ma non si escludono altre piste.
Emilio Nessi
08/01/2006 – Corriere della Sera