Al Petruzzelli i dipendenti dello stabilimento barese a rischio chiusura:”Il cinema è luce, il lavoro è luce”.
di ANTONIO DI GIACOMO e ANNA PURICELLA
“Il nostro film avrà un lieto fine. Perché il cinema è luce e il lavoro è luce. Oggi, pur consci delle difficoltà che ci aspettano, ci sentiamo più forti perché consapevoli della solidarietà espressa da tutti voi”. Piovono applausi e si leva in piedi il pubblico del Bif&st dinanzi alle parole pronunciate sul palco del Petruzzelli da Alfredo Ruscigno, operaio della Bridgestone, uno degli ospiti d’onore della serata inaugurale del Festival del cinema di Bari. Nichi Vendola, lì accanto, sorride. “Stasera ho una stanchezza felice – dice con il pensiero all’elezione dei presidenti delle Camere – penso di non dover neanche spiegare perché. Come gran parte delle persone di questo paese sono assetato di speranza. Era molto importante dare un segno di cambiamento agli italiani”.
Tutto esaurito al Petruzzelli per la serata inaugurale che, dopo l’affollata lezione di Ettore Scola, e i primi appuntamenti in città, srotola il tappeto rosso e accoglie sul palco i lavoratori che da settimane lottano per non perdere il loro posto di lavoro. Dieci, in rappresentanza delle sigle sindacali e dei 950 dipendenti dello stabilimento di Modugno condannato a morte dalla multinazionale, prima che si aprisse uno spiraglio alla trattativa al vertice al ministero dello Sviluppo. Sono seduti in prima fila con le tute da lavoro e ricevono da Ettore Scola, presidente del Bif&st, il premio Fellini. Quest’anno il festival è dedicato al grande regista sognatore e i ricordi di Fellini nelle parole di Sordi e Mastroianni aprono la serata. In tuta da lavoro, ascoltano il direttore artistico Felice Laudadio salutare il governatore pugliese e il sindaco Michele Emiliano che sarebbe dovuto essere in sala ma non si vede. Laudadio chiamare sul palco Scola per consegnare anche a lui un riconoscimento. “A un regista che ha raccontato storie indimenticabili e per il suo impegno rappresenta un cineasta gentiluomo”. Il regista prende la parola. “La cultura non è mai presente in chi ci ha governato, invece dovrebbe essere la prima preoccupazione del governo”. E poi. “Questo festival non è soltanto di cinema ma è di civiltà e solidarietà. Il festival è vicino ai problemi di questa terra”. Gli operai sono sotto i suoi occhi.
Per loro c’è l’affetto di Adriano Celentano, atteso ospite della kermesse, che ha dato forfait. “Non sempre the show must go on” aveva scritto Claudia Mori in una lettera indirizzata a Laudadio, orgoglioso comunque dei primi numeri che arrivano dai botteghini e dagli spazi a disposizione degli oltre 400 eventi in calendario. In sala ci sono gli ospiti del galà di apertura con la proiezione in anteprima mondiale del film ‘Benvenuto presidente!’: il regista Riccardo Milani, Claudio Bisio, il protagonista, e la coppia formata dall’attrice Kasia Smutniak e il produttore barese Domenico Procacci, che al Bif&st un anno fa ufficializzarono il loro legame. Ci sono Daniele Vicari e Pippo Mezzapesa, registi e per una settimana giurati. “Di fronte ai problemi c’è chi preferisce non venire al festival, ma io credo che se c’è qualcuno che ha bisogno è meglio essere qui a esprimere solidarietà”, dice Scola.
Uno degli operai parla per tutti e legge nonostante l’emozione il messaggio alla platea in abito da sera. E’ emozionato Ruscigno: “In soli quattro minuti di videoconferenza si è annunciato di voler commettere un delitto, uccidere una fabbrica viva. Sì viva, perché la Bridgestone di Bari è uno stabilimento pieno di storia e di storie, è uno stabilimento che si è sempre distinto in Europa per la sua capacità di raggiungere obiettivi produttivi e qualitativi. Uno stabilimento che ha il suo valore aggiunto nella professionalità, nella determinazione e nella passione dei lavoratori che, nel corso degli anni, hanno saputo accettare e vincere ogni sfida”. Fino alla battaglia più dolorosa, quella per la difesa del proprio posto di lavoro.
“Ora ci dobbiamo confrontare – spiega Ruscigno – con la sfida più difficile e drammatica: evitare che si commetta un delitto, evitare la chiusura della fabbrica. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, un primo passo è stato fatto, la chiusura non è più irrevocabile. Si è riusciti a fare sistema, coinvolgendo tutte le forze sindacali e istituzionali, che questa volta hanno dato esempio di buona politica. Quella politica in grado di porre al centro della sua azione il lavoro, la protezione e la giustizia sociale. Grazie a tutti voi”. Ed è l’intensità dell’applauso del pubblico del Bif&st a sottolineare, una volta per tutte, che il caso Bridgestone non riguarda più solo i suoi 950 lavoratori, ma la città, la Puglia e il Paese.
16/03/2013 – La Repubblica (bari.repubblica.it)