Una carezza in un pugno, Celentano-Balboa si fa introdurre dal pianoforte trendy di Ludovico Einaudi, mira prima al cuore con il collaudato tandem Mogol/Gianni Bella («Hai bucato la mia vita»), poi sferra il primo uppercut con «Aria… non sei più tu», ballata ecologista richiesta all’allievo Jovanotti. Sono le due facce dell’album «Dormi amore la situazione non è buona», titolo che non a caso tiene insieme quello del singolo griffato dalla premiata coppia autrice degli ultimi hit del rocker melodista e quello del più arrabbiato brano di Tricarico, cantautore-filastrocchista che qualcuno ricorderà per l’exploit di «Io sono Francesco» (quello che diceva «puttana la maestra»). «La situazione non è buona», suggerisce il trentenne cantautore al sessantanovenne maestro, e la situazione allo sbando è economica, ambientale, internazionale, spaziale, familiare, morale… Strepitoso nel confermare la caratura unica della grana vocale di Celentano come nell’arrangiamento degli archi affidati a Celso Valli, un po’ meno nella forma (Mogol dormicchia, Bella un po’ meno, gli innesti autorali costringono l’ex ragazzo del rock a salti stilistici), il nuovo cd del neoboxeur (così lo raffigura in copertina Wainer Vaccari) è un gancio all’Italietta allo sbando dei fronti contrapposti, della politica politicante e dell’antipolitica. «Che la situazione non è buona è sotto gli occhi di tutti, basta leggere i giornali e vedere le immagini che ci arrivano da ogni parte del mondo», ammette Adriano sconsolato, col solito buon sentire «qualunque». Destra, sinistra e centro sono categorie sempre più inapplicabili al suo lavoro da combattente stanco, forse (dis)illuso: «In questo mio ultimo lavoro una certa amarezza c’è, non vedo la volontà e la serietà di cambiare veramente le cose. Forse solo l’amore potrà salvarci», dice svogliato. Intanto, lui cerca spunti e nuove collaborazioni, arruolando musicisti come Stefano Di Battista, Michael Thompson e Vinnie Colaiuta, ma soprattutto autori: «Avevo chiesto a Jovanotti un testo ecologista. Lui lo ha fatto bene, poi ho aggiunto i versi sulla politica dei Comuni, mandanti degli architetti, che sono – canto – â€?la più grande sciaguraâ€?, seguono senza pietà il loro sentiero senza accorgersi che il vicino potrebbe crollare da un momento all’altro. La politica dei Comuni è la scintilla negativa di questo sfacelo». Con Tricarico e il Cherubini altre trasfusioni di sangue giovane arrivano da Neffa («Fiori») e da Vincenzo Cerami e Carmen Consoli, che firmano insieme «Anna Magnani», perla dedicata all’icona cinematografica per cui già Pino Daniele scrisse «Anna verrà »: «Il pezzo è nato da un’idea di Cerami che l’aveva proposto a mia moglie», ricorda l’orologiaio matto, «il testo mi è piaciuto e ho voluto coinvolgere per la musica la Consoli. La Magnani è stata non solo l’ attrice che tutti abbiamo amato, ma anche la regina della spontaneità . Il primo amore che non si scorda mai, come il vinile, perciò ho voluto che questo disco uscisse anche nel vecchio supporto dell’lp». Sorprendente è «Ragazzo del Sud» inedito di Domenico Modugno dal tono pasoliniano, una canzone dal sapore popolare, volutamente retrò: «Per le strade di Torino/ polizia e malviventi/ sono tutti di una razza/ sono figli degli stenti/ Meridione disperato/ sole e mare e poesia/ o banditi per le strade/ o arruolati in polizia». L’amara ballata del fratello in divisa che uccide con una mitragliata il fratello rapinatore col viso incappucciato riallaccia il passato che non passa col presente che non decolla. Ora l’appuntamento è per lunedì alle 21.10 su Raiuno con «La situazione di mia sorella non è buona», serata-evento pensata più per lanciare il disco che per rinfocolare le polemiche sul predicatore Celentano. «Voglio creare in tv lo spirito della sala d’incisione e portarlo in una trasmissione», spiega il Molleggiato. «Il programma è anomalo. Sarà come scalare il K2 senza le scarpe chiodate. È lo show più difficile che abbia mai fatto, sarà come un film in diretta. C’è una concatenazione tale che se tutto riuscirà come deve sarà la solita fortuna che mi prende per i capelli». In serata, poi, al Tg1 delle 20, Adriano ha anche spiegato il titolo dello show: «Come la sorella Luna di San Francesco, la sorella che ho immaginato io è la Terra, che si sta consumando. Del resto – ha proseguito – la situazione grave non è italiana, ma di tutto il mondo».
Federico Vacalebre
23/11/2007 – Il Mattino