VERONA – Seduto alla solita scrivania, in piedi, circondato dai ballerini: le quinte sembrano quelle degli studi televisivi, così frequentati negli ultimi tre lustri. Ma questa volta Adriano Celentano ha scelto di non parlare, di non sermoneggiare, di non farla lunga con le parole. Per cantare. Incredibile, sì cantare: nell’attesissimo ritorno su un palco, live, dal vivo, dopo 18 anni, il Molleggiato almeno per le prima ora di spettacolo regala solo canzoni, ognuna di una stagione diversa. Dalla sempre struggente Si è spento il Sole fino alla Jovanottiana Cumbia di chi cambia, ha scelto di prendere il microfono solo per sfoderare la cara vecchia ugola.
A-DRI-ANO – S’interrompe solo per ricordare l’amico Gianni Bella e per salutare l’altro amico Mogol e ritorna a cantare. L’emozione non ha voce, brano che i due hanno scritto per lui. Qualche piccola incertezza nell’esecuzione, ma nel complesso Adriano, dall’alto dei suoi 74 anni, se la cava ancora egregiamente. Altro omaggio, in questo caso a Ivano Fossati che pure ha contributo allo sconfinato zibaldone del Molleggiato, con Io sono un Uomo libero. Celentano prova a interloquire, ma viene interrotto dal giubilo collettivo: «A-dri-ano» «A-dri-ano».
CIAO A QUESTO E QUELLO –Il Molleggiato, insomma, finora è sembrato inoffensivo, quasi denaturato, intervenuto dunque solo per dire ciao a questo e quello. Tipo Bonolis che gli ha “imposto” in scaletta Pregherò, la sua particolare versione dell’eterna Stand By Me. Del resto la sempiterna Claudia Mori l’aveva promesso: “Per il 90% sarà musica, per il 10% parole”. Ma, abbiamo il sospetto, il botto deve ancora arrivare. Seguitelo con la diretta twitter direttamente dagli spalti dell’Arena.
08/10/2012 – Corriere della sera