LA PARTENZA DEL CLAN. Fedelissimi in attesa davanti al Due Torri
Fin dal mattino centinaia ad aspettare l’uscita dell’artista: ripagato chi non ha mollato fino a sera
Ha salutato più volte con la mano, dispensando sorrisi a chi da oltre sei ore aspettava di vederlo e se n’è andato via, sfrecciando verso casa sulla sua auto. Il congedo di Adriano Celentano da Verona ha avuto il sapore agrodolce dell’attesa: lunga, incerta, a tratti anche estenuante. Un centinaio di fan hanno preso d’assalto l’hotel Due Torri, dove il cantante era alloggiato, a partire dalle 11: alcuni armati di macchina fotografica, altri di cappellino nero alla Celentano, altri ancora con le foto da far autografare o i libri da consegnare. C’è chi ha resistito fino all’ultimo, mosso da un’incrollabile passione per il Molleggiato, chi ha mollato per scelta, chi è stato costretto perché aveva l’aereo o il treno prenotati. Alle 17,30 quando il cantante è uscito dall’hotel, erano rimasti una quarantina di fedelissimi. Prima è salita sull’auto la moglie Claudia Mori, senza nemmeno alzare la testa, nonostante le acclamazioni del pubblico. Poi è stata la volta di Celentano: è uscito, ha sorriso e salutato più volte i fan con la mano. Un ragazzo ha cercato di avvicinarsi, lanciandosi verso l’entrata dell’hotel: gli uomini della sicurezza hanno cercato di bloccarlo, ma Celentano ha fatto loro cenno di lasciarlo e gli ha stretto la mano. Per dar modo agli improvvisati spettatori di fotografarlo, è persino salito in piedi sul predellino dell’auto: poi è entrato e ha continuato a salutare, sventolando la mano fuori dal finestrino, mentre la vettura si allontanava. Tra i supporter incrollabili, anche una famiglia in arrivo dalla Svizzera: papà, mamma e due figli adolescenti. «Abbiamo prenotato i biglietti a luglio per entrambe le serate in platea: complessivamente abbiamo speso 1.370 euro», racconta Vito Armetta. «Io sono sempre stato un fan di Celentano: l’ultima volta che l’ho visto è stato per il concerto di Zurigo il 10 novembre del 1994». Una passione che è riuscito a trasmettere al figlio Antonio: «Io non ascolto cantanti italiani: l’unico che mi piace è proprio Adriano». La più grande virtù del Molleggiato, infatti, è quella di saper unire generazioni diverse, come dimostra anche l’esempio di Clelia Costantini e del figlio diciassettenne Alessandro Marrese, arrivati a Verona da Lecce per il suo concerto: «Ha comprato lui i biglietti», spiega la madre. «Ora siamo qui perché vuole salutarlo, magari anche farsi una foto con lui e dirgli che è un suo fan». Non sono mancati anche personaggi istrionici, come Michele Mancini, un ragazzo torinese di 29 anni armato di cappellino nero come quello che spesso Celentano ama indossare: «Gli assomiglio fisicamente e ogni tanto, quando canto al karaoke con gli amici, faccio qualche mossa delle sue. Adriano mi è sempre piaciuto molto». M.Tr.
11/10/2012 – L’Arena.it