All’inizioLa simpatia toscana e il piglio scanzonato e irriverente sono i tratti che contraddistinguono il Panariello pubblico; ma nella vita privata com’è Giorgio?
Sono così come mi conoscete. Quando sento dire che i comici nella vita sono tristi mi viene da ridere! Poi si sa che la comicità è basata sulla tragedia: da Fantozzi a Totò che faceva ridere raccontando la miseria, ai clown! Noi andiamo a pescare nel torbido della malinconia. E’ ovvio che momenti di sconforto capitino a tutti, ma poi ci sono molti modi di reagire: io mi sforzo sempre di vedere il lato positivo, il bicchiere mezzo pieno, cerco di stemperare con una risata e di prendermela il meno possibile anche se è dura quando sei particolarmente stressato! E poi magari si aggiungono le critiche…
Per Oscar Wilde la cosa peggiore è l’indifferenza, non la critica!? E’ davvero così?
Normalmente quando vengo criticato lo prendo come spunto per cambiare: ci rimango male quando la critica è prevenuta e quando va a toccare la sfera personale. Il rischio però è che per piacere agli esperti televisivi c’è la tendenza a snaturarsi e a deludere di conseguenza il proprio pubblico.
In questo periodo sei impegnato a teatro con lo spettacolo “Faccio del mio meglioâ€? ed è un po’ di tempo che non ti vediamo sul piccolo schermo. Si tratta di una scelta tua o di altri?
La verità è che ormai lavoro a progetti a lungo termine. Io già so cosa farò fino al 2009: ci sarà del cinema, della fiction. Quando facevo televisione i primi anni si lavorava su una produzione televisiva, in attesa di cominciarne un’altra la stagione successiva; ora tutto rientra in una progettazione a più ampio respiro.
Quindi non c’è alcun “edittoâ€? nei tuoi confronti!?!
Assolutamente no, anzi. Ci sono tante richieste televisive da parte di Mediaset e della Rai. E poi tornando ai presunti ostacoli, non sono tanto i dirigenti a decidere chi va in video o no, dipende da quanto rendi. Hanno molto più peso gli sponsor e il pubblico! Magari fossi stato colpito da un editto! Porta molto lavoro! Pensa a Grillo: dopo essere stato cacciato dalla Rai per le sue battute sui socialisti la sua carriera è decollata.
A proposito di grandi, sono appena andati in onda Celentano e Benigni. Li hai visti? Te la senti di darmi un giudizio?
Benigni non l’ho visto in tv, ma l’ho apprezzato a teatro e credo che il suo programma non fosse molto diverso dall’ultima esperienza teatrale. Celentano l’ho seguito e come sempre è stato imprevedibile. Se dovessi fare televisione in questo momento vorrei farla come la fanno loro: scegliendo il giorno, l’ora, senza interruzioni pubblicitarie in modo da poter gestire i tempi ed evitare che lo spettacolo venga frammentato. Sono dei grandi ed è bene che la televisione trovi degli spazi per questi eventi, ma essendo spettacoli che vanno in onda ogni tot mesi, se non anni, credo che bisognerebbe investire anche sui giovani talenti comici, offrendo loro visibilità e lavoro.
Celentano, Benigni, Grillo si propongono al pubblico nella veste di predicatori /educatori. E’ questa la funzione del comico?
Il comico è per antonomasia il giullare, quello che sbeffeggia il potere ed è normale che sia così. Roberto è sempre stato politicamente impegnato, Beppe, con il suo blog, ne ha fatto una ragione di vita: il comico lo può fare! Perché non accendere un riflettore sui mali del secolo, come Adriano fa con l’ecologia? Anche io nei miei spettacoli mi soffermo sui problemi degli anziani, dei cani abbandonati.
Qual è il tuo rapporto con la televisione e i giornali?
Sono un onnivoro della televisione! Seguo tutto, anche le telepromozioni: sono una fonte di ispirazione per i miei personaggi. Andando a letto tardi mi risulta più facile guardare i programmi della notte: gli approfondimenti, i report, le repliche di “Otto e mezzo� e di “Striscia la Notizia�. La mattina quando mi alzo mi capita di seguire “Piazza Grande�, vedo i telegiornali, i programmi musicali: tengo sempre acceso il televisore! Con i giornali ho un rapporto di amore e odio: la stampa ci propone tante cose belle e utili, però spesso crea dei mostri, dei miti che poi non è più in grado di distruggere e a volte racconta delle grosse bugie; comunque leggo i giornali, cerco di informarmi e quando non capisco certe dinamiche, certi meccanismi mi faccio aiutare!
Quali sono i temi di attualità che tu senti più vicini?
Quelli dell’emarginazione, della solitudine, del disagio sociale soprattutto: è chiaro che molti temi sono più sentiti se li si ha in casa o si è a stretto contatto. Il tema dell’ecologia e i suoi grandi quesiti, dove andremo a finire, come sarà il mondo tra mille anni per esempio, nonostante siano di grande importanza, mi interessano meno. Mi toccano molto di più le tematiche che riguardano le persone più deboli: siccome io credo di essere un uomo fortunato nella vita, mi sento in dovere di aiutare coloro che non lo sono come gli emarginati, gli anziani, i disoccupati. A volte mi sento un po’ in colpa quando magari mi posso concedere un piccolo lusso come una vacanza perché so che non tutti possono permetterselo. L’unica cosa che io posso fare è mettere a disposizione quello che il Signore mi ha dato affinché ne possa godere io, come è giusto che sia, ma anche gli altri. Con il mio lavoro e i miei guadagni cerco di sostenere iniziative di beneficienza come ho fatto con la campagna della Nintendo e per la Lav. In molti casi sono portavoce di iniziative e contribuisco a finanziare alcuni progetti come per Amnesty International e Emergency.
Il tuo rapporto con la politica?
Non splendido. Credo nella politica, ma per risolvere i problemi del nostro Paese non bastano i comitati, servono i politici, ma quelli che sanno fare la Politica! Ogni volta che accendo la televisione e sento un dibattito politico ho l’impressione che si tratti solo di un gioco delle parti: chi ha il potere decide cosa fare e l’opposizione non fa altro che contrastare queste scelte. Quando il governo cambia non accade nulla se non il ribaltamento di questi ruoli. Adesso sono curioso di sapere che cosa succederà con questa nuova riforma elettorale: ci si augura che si possa tornare veramente a fare qualcosa per l’Italia, ma purtroppo non credo che i governi abbiano la possibilità in cinque anni, con questa esiguità di potere soprattutto al Senato, di fare molto. Si sta male a destra e si sta male a sinistra: avremmo veramente bisogno di una guida, ma affinché il nostro Paese cambi veramente ci vorrà molto tempo perché da noi c’è uno scarso interesse per la meritocrazia e c’è molta corruzione: purtroppo l’Italia è così. C’è una sorta di disillusione anche se io, per esempio, credo molto nello Stato e auspicherei uno Stato forte.
Prossimamente hai intenzione di proporci qualche nuovo personaggio che trae spunto dall’attualità e dalla cronaca?
In questo momento i personaggi di cui sentiamo parlare molto, da Azouz a Corona, sono già loro dei personaggi: sono convinto che non valga neanche la pena di mettersi a sottolineare ulteriormente le loro caratteristiche. L’ultimo personaggio di attualità che ho creato è Naomo, la parodia del briatorismo più che di Briatore, di questi nuovi, emergenti ricchi che improvvisamente arrivano con i loro elicotteri tipo Apocalypse Now. Amo molto prendere spunto dai personaggi che incontro per strada, come il macellaio, e mi ispiro a loro quando so che devo fare televisione e teatro. Ora mi diverto molto, grazie al cinema, nella costruzione dei personaggi che devo interpretare e che studio nei minimi dettagli: dai capelli alle scarpe!!!! In questo sono molto fortunato perché i registi con cui ho lavorato mi hanno sempre dato carta bianca!
di Paola Cambiaghi
13/12/2007 – L’opinione.it (Quotidiano Politico Italiano)