La canzone di Mina e Celentano? «Composta di getto alla chitarra»
Marletta e Dallari, amici e compositori di Legnago, sono gli autori di «Non mi ami»: «Un grande onore»
C’è un po’ di Verona nel nuovo album di Mina e Adriano Celentano, “Le migliori”, pubblicato nei giorni scorsi a 18 anni dal primo disco realizzato dai due artisti. Una delle dodici canzoni inserite nel disco, “Non mi ami” ha come coautori, oltre al milanese Federico Spagnoli, i legnaghesi Salvatore Marletta e Walter Dallari. Testo e melodia della canzone, che racconta di una grande e travagliata storia d’amore, sono infatti nati all’ombra del Torrione e registrati, per la traccia utilizzata come provino, in uno studio della frazione di San Pietro.
Marletta, 51enne originario di Catania ma residente a Legnago dall’età di otto anni, racconta: «Il brano l’ho composto di getto con la chitarra in mano, il 9 marzo dell’anno scorso, narrando di una mia vicenda personale, appassionata e complicata: se qualcuno, allora, mi avesse detto che quel pezzo avrebbe avuto questo esito felice non gli avrei creduto».
Ad una parte del testo ha contribuito anche l’amico e collaboratore di vecchia data Dallari, 47enne, anch’egli residente a Legnago. Sia per la parte musicale che per quella testuale, successivamente, ha fornito il suo apporto Spagnoli, che materialmente ha proposto la canzone allo staff di Mina. «Ho conosciuto Spagnoli tramite Facebook», confida Marletta, «e lui, oltre ad aver inserito il delicato ponte musicale dopo il ritornello finale della canzone, ha avuto il merito di presentare il brano all’entourage della cantante. Mina, poi, lo ha fatto ascoltare a Celentano».
Per i due autori legnaghesi si tratta della prima commissione importante a livello nazionale. Un’ulteriore soddisfazione per Marletta è quella di leggere tra i credits il nome della sua casa discografica legnaghese, la Dea Records, creata all’inizio degli anni Novanta, accanto a quelle di Mina e Celentano.
Marletta e Dallari concludono: «Per noi è stato un onore vedere la nostra canzone pubblicata nell’opera di quelli che consideriamo due mostri sacri della musica leggera italiana».
di Fabio Tomelleri
15/11/2016 – L’Arena.it