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La chiusura di “Wetten, dass..?”: e adesso?

dal Salzburger Nachrichten 11 Aprile 2014

Calcio, Tatort (letteralmente “Il luogo del delitto”, serie televisiva poliziesca in onda da decenni sulla televisione tedesca), Dschungelcamp (l’edizione tedesca de “L’isola dei famosi”). Solo poche trasmissioni attirano ancora il grande pubblico. “Wetten, dass..?” (la versione tedesca di “Scommettiamo che…?”) ha chiuso. La TV di lingua tedesca potrebbe imparare da Adriano Celentano, consiglia un esperto.

Adriano Celentano

Adriano Celentano sa come si realizza uno show televisivo di successo.

“TV vecchia”, “Sembrano gli anni ’80!”, “Lo show è passato di moda” – ecco il tenore delle affermazioni relative a “Wetten, dass..?” Ma qual è stato veramente il problema di questa trasmissione? Chi nel fine settimana accende il televisore e fa zapping nei programmi della TV pubblica qualche volta crede di essere tornato ai tempi della televisione in bianco e nero.
Nella serie di documentari “Eisenbahn-Romantik” (sul canale SWR), delle persone di mezza età viaggiano con treni a vapore su tratti nei quali un palo del semaforo è già una gradita variazione. Nel programma “Ich trage einen großen Namen” (Porto un nome celebre) (su SWR), dal 1977 delle persone sobrie e cortesi siedono in uno studio spoglio e disadorno. Alla maniera di Robert Lembke si cerca di cavare qualsiasi cosa dall’ospite, che il progenitore fosse l’imperatore Barbarossa o un grande autore. In “The Joy of Painting” (su BR-alpha) l’artista Bob Ross – segni distintivi: acconciatura afro e barba – spiega amorevolmente come dipingere quadri raccapriccianti. Ross è morto nel 1995. Ma la sua trasmissione continua a vivere. Sulla NDR ogni domenica c’è “Bingo!”. Nessuno sulla rete si lamenta di tutti questi bei format TV. Perché allora lamentarsi di Lanz?

Troppo stile retrò non è mai un problema
Il problema di “Wetten, dass..?” probabilmente non è mai stato un eccesso di stile retrò. Proprio i momenti con le uova crude fra i respingenti o le abilità del pensiero non rilevabili sono stati i più belli. Il problema è stato la pretesa di raccogliere un pubblico di massa di oltre otto milioni di spettatori davanti alla tivù. Il fuocherello da bivacco divampa soltanto in occasioni estremamente rare nella TV tedesca: partite di calcio, “Tatort”, Dschungelcamp, forse anche un “Brennpunkt”. “Wetten, dass..?” ha fatto crepitare il fuoco solo occasionalmente.
Il critico TV Oliver Kalkofe accompagna da 20 anni i programmi televisivi con la sua trasmissione satirica “Kalkofes Mattscheibe”. “L’era nella quale genitori, nonni, nipoti e vicini si riunivano assieme davanti alla tivù è definitivamente tramontata”, dice Kalkofe all’agenzia di stampa dpa. “Gli share stratosferici, che includevano persone di tutte le estrazioni, non ci sono più – bisogna optare per una determinata parte del pubblico e rivolgersi a questa parte in modo coerente e leale. Perché se si cerca di creare un mosaico per tutti, ce n’è sempre una gran parte che si annoia – e al giorno d’oggi ci sono abbastanza alternative, per cui basta spostarsi di canale e cercare qualcos’altro.” Nel 1981, quando “Wetten, dass..?” è cominciata, gli spettatori potevano scegliere fra tre emittenti – oggi sono dozzine. E ciò nonostante molti preferiscono guardare le serie TV americane su DVD o su Internet.

Via libera al nuovo?
Secondo le parole di Kalkofe, la fine di “Wetten, dass..?” potrebbe aprire la via a qualcosa di nuovo. “Forse sarebbe più saggio non pensare ad un successore, ma piuttosto a un mazzo variopinto di idee nuove e diverse, che possano rivolgersi ad un’altra parte del pubblico.” Ma non ha grandi speranze che possa arrivare qualcosa di veramente innovativo.
Non è che la TV pubblica non abbia nuove idee. Nelle emittenti tematiche digitali viene fatta dell’eccellente televisione. Lì regnano anche anarchici come Jan Böhmermann, che di recente si è persino prestato per uno scherzo a Stefan Raab.
Osare qualcosa. Questo è anche l’imperativo del momento anche agli occhi del media researcher Lutz Hachmeister. “Credo che si possano ancora fare grandi spettacoli, che forse possono anche essere un po’ più politici, un po’ più attuali, un po’ più esplosivi”, ha affermato lunedì a “Deutschlandradio Kultur”. “Penso ad Adriano Celentano in Italia”.

28/04/2014 – Il sito ufficiale del Clan Celentano S.r.l. (clancelentano.it)

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