Taormina contro Roma e polemiche a Venezia, dove arriva Catherine Deneuve
ROMA – L’estate dei mille festival si apre all’insegna della tensione. C’è chi giura che a Venezia, in vista della 63esima Mostra in programma dal 30 agosto al 9 settembre, le acque sarebbero agitate. Si sarebbe verificato un braccio di ferro tra Croff e Müller a causa della proposta del direttore del festival di assegnare il Leone alla carriera a David Lynch. Ipotesi verosimile, rilanciata con veemenza da rumors sia veneziani sia romani, oppure «bufala clamorosa», come assicurano al Lido? O meglio, «un incomprensibile tentativo di destabilizzazione» come sostiene il presidente della Biennale? Intanto Venezia, anche in vista del duello con l’incombente Festa di Roma (in programma dal 13 al 21 ottobre prossimi), comincia a sparare le sue cartucce: Catherine Deneuve madrina della giuria, David Lynch Leone alla carriera. E i conti che risultano «in crescita», nuove fonti di finanziamento che hanno permesso di aggirare il calo dei fondi pubblici, sponsor nuovi di zecca (come la Bnl, transfuga da Taormina tra le polemiche). Le ultime notizie si aggiungono alle ghiotte anticipazioni e alle indiscrezioni già filtrate dalla Laguna, come la partecipazione di World Trade Center , l’atteso film di Oliver Stone sull’11 settembre, la presenza del pezzo da novanta tricolore Gianni Amelio con La stella che non c’è , la quasi certa celebrazione dei trent’anni di Yuppi Du con lo sbarco al Lido di Adriano Celentano, l’ipotesi che della partita sarà anche Woody Allen con Scoop , ancora ambientato a Londra e ancora con Scarlett Johannson, la grande anteprima del Flauto magico di Branagh, con festa kolossal a Palazzo Ducale, la retrospettiva sul cinema russo. Alla lista dei papabili protagonisti di Venezia 63, si aggiungono poi il 98enne Manoel De Oliveira con Belle toujours, Otar Josseliani ( Jardins en automne ), Alain Resnais (Petites peurs partagées, con Laura Morante), Roberto Andò con Viaggio segreto , e qualcuno parla anche di La mano di Dio di Marco Risi, su Maradona. Secondo il gossip forsennato che storicamente circonda la Mostra prima, durante e dopo il suo svolgimento, la causa dell’ultimo â€?temporaleâ€? sarebbe stata proprio l’assegnazione del Leone a Lynch, che al festival porterebbe tra l’altro l’ultimo suo film, Inland Empire , un thriller già â€?di cultoâ€? con Laura Dern e Jeremy Irons. «Niente di più falso, non c’è stato nemmeno un minuto di tensione fra Müller e me, tantomeno con il cda», giura Davide Croff. «La proposta, fatta da Marco, è stata accettata con entusiasmo dal sottoscritto e riferita ai consiglieri. Che l’hanno accolta con la stessa convinzione, all’unanimità . Non abbiamo ancora votato per il semplice fatto che aspettiamo l’accettazione formale di Lynch: avevamo pensato di divulgare la notizia solo allora, ma questi pettegolezzi assurdi e infondati ci costringono a parlarne adesso». Il presidente della Biennale non perde il proverbiale aplomb nemmeno ora che è costretto a smentire i dissapori con Müller, in volo verso Hong Kong a caccia degli adorati film orientali. «Siamo stati a cena insieme ieri sera ed eravamo di ottimo umore. Le cose stanno andando benissimo».
di Gloria Satta
15/06/2006 – Il Messaggero