La promessa di Adriano: griderò più forte
di Enzo Gentile
Milano. Dopo Dalla, Zero, De Gregori, Paoli tocca a Adriano Celentano riciclarsi con un triplo album antologico, l’ultima sponda in vista del mercato natalizio a cui possono appellarsi i discografici in crisi di ossigeno. Esce venerdì nei negozi e in ben 13.000 punti vendita delle Poste Italiane (prezzo scontato circa 25 euro), «Unicamente Celentano», 42 brani da «Il tuo bacio è come un rock» alle ultime pagine griffate Mogol-Gianni Bella. Non tutto, ma di tutto, compreso l’inedito duetto di «Diana» con Paul Anka e «Il ragazzo della via Gluck» registrato durante il tour 1994, da cui, spiega Claudia Mori, «stiamo approntando un doppio dvd che dovrebbe uscire con il nuovo disco il prossimo anno», quando il Molleggiato festeggerà il cinquantesimo anniversario di una carriera iniziata nel 1957 a Milano, con il famoso festival del rock’n’roll al Palazzo del ghiaccio. Assente Adriano, secondo tradizione il progetto viene illustrato dalla moglie, un po’ portavoce e un po’ capitano d’industria, anzi capo-Clan: «Di antologie ne erano già apparse, qui è stata fatta una scelta diversa, per operare la sintesi di un’attività che ha raggiunto una cinquantina di album. Così mancano alcuni hit fin troppo famosi e presenti in altre collezioni come “Chi non lavora non fa l’amore”, mentre abbiamo inserito pezzi meno noti, che Adriano ritiene significativi, attuali per la loro attenzione al sociale. “Miseria nera”, del ’68, parlava di lavoro, “Unica chance”, del ’73, affrontava prima di chiunque altro il tema dell’adulterazione degli alimenti». Versi davvero in anticipo sui tempi degli ogm e della mucca pazza: «Quel che ci conviene ormai è di non mangiare più, solamente questa chance ci è rimasta e nulla più». «Diana» è un tuffo nel passato: «Adriano è coerente, guarda alle sue radici con affetto. “Diana” gli è sempre piaciuta, così si è incontrato con Paul Anka, insieme hanno registrato nei nostri studi di Galbiate, Alex Britti ha aggiunto la chitarra, l’adattamento in italiano del testo è di mio marito con Mogol. Un video? No, non c’è stato tempo e poi in tv non ci sono programmi dove andare». Nei cassetti del Clan è rimasto un altro duetto, quello con Manu Chao: «La canzone c’è, finita, ma non mixata: bisogna trovare un periodo di disponibilità comune, e magari il prossimo anno ci riusciremo. Così come con la riedizione di “Yuppi Du” che da un paio d’anni ci richiede la Mostra di Venezia: la pellicola non è in buone condizioni e Adriano vuole seguire personalmente il restauro. Non sarà un’operazione rapida, né semplice». E il prossimo disco, quello di inediti? ««Speriamo di essere pronti per l’autunno 2007. Il lavoro sta prendendo forma: il tandem Mogol-Gianni Bella è confermato, ma avremo anche sorprese tra gli autori, compreso un giovane talento. Ho l’impressione che ci sarà spazio per temi sociali e della vita civile, dove Adriano le canterà chiare a tutti, anche più del solito». Il ritorno del Celentano furioso e politico? «Se Adriano avrà voglia di parlare di politica farà “Rockpolitik 2″». Ma per ora non se ne parla: «Pensiamo al disco, ai temi che Adriano vuole affrontare. Lui è da sempre vicino al sociale, quando fai una canzone come “Il ragazzo della via Gluck” non puoi non esserlo. Il legame con il sociale c’è sempre stato, anche quando Adriano usava una chiave ironica. Non è mai stato conservatore o reazionario, ma un uomo libero che, se non condivide qualcosa, la dice. Con la politica divisa in due poli opposti, si viene subito etichettati come di destra o di sinistra. Forse le posizioni di Adriano qualche volta hanno coinciso con quelle della sinistra, ma lui non si è mai posto il problema di dire una cosa di destra o di sinistra. Può anche non piacere, ma la coerenza gli va riconosciuta».
07/11/2006 – Il Mattino