Caro Adriano, anche tu sai quanto ti voglio bene e ti stimo. Ma proprio per questo ci tengo a dire che non ho mai pensato di chiamarti zio per prendere le distanze da te. Nell’articolo sul Fatto quotidiano a cui forse fai riferimento dico esplicitamente che in famiglia ti chiamo Adriano. Zio Adriano è un modo affettuoso per far sapere a chi legge qual’è il nostro grado di parentela.
Non ho mai pensato di essere il tuo biografo ufficiale. Le biografie ufficiali vengono approvate dai personaggi di cui si scrive la biografia e tu non lo hai fatto.Io ho scritto una tua biografia dove c’era una chiave di lettura della tua vita e non pretendo che quella sia l’unica chiave di lettura. Tutto qui. Un abbraccio dal tuo nipotino.
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