Le canzoni di Fiorella Mannoia: “I miei pezzi più belli e le cover che amo”
60 anni di vita e 46 di carriera: l’artista ha deciso di regalarsi un doppio album con tanti ospiti. Ed è venuta in redazione a parlarne
di Fulvio Paloscia e Roberto Incerti
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Non deve essere stato facile scegliere le canzoni da antologizzare nel nuovo album.
“Le scelte sono dolorose e c’è sempre qualcuno che si lamenta. Il mio criterio è stato mettere tutte le quattro partecipazioni a Sanremo, e scegliere almeno un pezzo a rappresentanza di ogni album. Nel secondo cd volevo fare un omaggio a tutti coloro che hanno attraversato il mio cammino, che mi hanno permesso di essere quella che sono. Perché se è vero che ho delle doti interpretative è a loro che lo devo, dunque mi sono detta: sarebbe bello che qualcuno di quei maestri sacri duettasse con me. Ne bastavano pochi, tre o quattro. E invece hanno detto tutti di sì, da Baglioni a Zero, da Ligabue a Fossati e Battiato: un attestato di stima e affetto che mi ha sorpreso. Così ci ho preso gusto. Ed ho ambiziosamente alzato l’asticella: ma se anche Celentano accettasse di duettare con me? Ero convinto che lui avrebbe detto di no, figuriamoci, uno che ha cantato con Mina. Il bello è che Adriano ha accettato, ed è stato il più bel regalo di compleanno che potessi avere”.
Così un cerchio si è chiuso, perché lei debuttò a 14 anni cantando proprio Un bimbo sul leone.
“Avevo 14 anni e adoravo Celentano. Una volta, quando l’ho incontrato un po’ di anni fa, gli raccontai di quell’esordio; pensavo che oggi non se ne ricordasse e invece è anche per quello che ha accettato: tra l’altro non ha più cantato quel pezzo da quando l’ha registrato. Sono stata talmente pazza di lui che quando la Carisch, etichetta ormai morta e sepolta, mi fece un contratto nel 1969, io cantai un pezzo, Mi piace quel ragazzo lì, dedicato proprio ad Adriano. Mi piaceva perché scardinava le regole, adoravo il suo modo di muoversi dinoccolato e lo trovo ancora molto affascinante”.
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01/11/2014 – La Repubblica (firenze.repubblica.it)