L’ultima di Adriano, pipì su Raiuno
Nell’atteso programma del 26 novembre la sorpresa sono gli “stacchi? per andare in bagno
PAOLO MARTINI
MILANO
La nuova leggenda televisiva di Adriano Celentano s’intitola hollywoodianamente Il Ritorno, come annuncia la martellante campagna di lancio per l’appuntamento unico del 26 novembre in diretta. Ma a dire il vero è cominciata in gran segreto qualche giorno fa a Milano, quando in un corridoio di passaggio al quarto piano del palazzo Rai è comparso un perentorio cartello, scritto a mano col pennarello rosso, tutto in maiuscolo: «Non usare questo bagno!». Ecco stavolta la verità non è proprio lì sul tavolo, come nella letteraria lettera rubata di Poe, ma parrebbe sulla porta di un gabinetto. Siamo proprio dietro al piccolo studio dell’Auditorium radiofonico che Celentano userà come base televisiva per il lancio delle sue nuove canzoni di Dormi amore, la situazione non è buona.
Nell’arco di pochissime ore dall’emblematica chiusura temporanea di quella preziosa toilette, che serviva anche per l’altra ala posticcia del palazzo di Giò Ponti, squadre di operai, pittori e muratori hanno buttato tutto sottosopra. Là dove c’era qualche ufficietto di poco conto ora c’è una città, ovvero l’appartamento-camerino-studio del Mito. Il corridoio in fondo è stato proprio chiuso, e davanti è stata montata una porta per le guardie del corpo. Dentro divani e poltrone dell’Ikea sono stati montati in un batter d’occhio, quadri etnico-africani appesi alle pareti, un tavolo riunioni ovale bianco domina una stanza, telefoni e computer collegati, giusto i grandi schermi al plasma sono ancora da togliere dai cartoni. Con due-tre giorni e notti di duro lavoro anche lo studio è stato miracolosamente ribaltato da cima a fondo. Stando a chi è riuscito a vederlo, la magica e meravigliosa scena riproduce una popolare cantina-taverna padana con sassi e mattoni a vista, legno a listelli dappertutto. Mancano giusto i chiodi antichizzati, pronti per appenderci qualche slinzega, l’insaccato classico della Valtellina che chissà perché entra a far parte dell’intrigante nuova “poetica della tristezza” d’Adriano.
Un grande bancone di regia audio domina già la scena, un classico vetro è stato già montato per separare lo spazio del cantante dallo studio dove suonano i musicisti, un piccolo divano è pronto per gli ospiti-autori Gianni Bella e Mogol, tre carrelli per le telecamere sono ormai già alloggiati per le riprese…Ma il gabinetto fatale è ancora sigillato! Agli ordini del regista Paolo Beldì non ci sarà solo una squadra di operatori tradizionale, gente di fiducia come il mitico Maurizio Lega che per Celentano una volta si è fatto persino 22 minuti filati, ventidue, senza stacchi, tutti sulla stessa camera, roba da infarto e da cinema classico. Corre voce che ci saranno pure due «steadyman», gli operatori che sembrano marines con tutto l’apparato della telecamera montato addosso per muoversi liberamente e seguire l’azione. E qui si torna al fatidico cartello, e alla verità lasciata così bene in evidenza sulla porta bagno.
E’ inutile cercare qualsivoglia indiscrezione sulle nuove sparate che Celentano avrebbe in serbo, basti pensare che il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce stavolta è preoccupato soltanto di fare il pieno degli ascolti e non si sogna certo di togliere la firma come per Rockpolitik (per ora si è visto giusto una volta a Milano il fido De Andreis, tanto tutto è affidato nelle mani del solito Bibi Ballandi). La chiave narrativa dello speciale del resto non promette guai, a parte quel cartello sul bagno: Celentano inciderà il suo Dormi amore, la situazione non è buona di nuovo, dal vivo, parlandone con gli autori e coi musicisti. Questo è il filo narrativo, solo questo. Ma come normale per un uomo della sua età, semplicemente e umilmente ogni tanto chiederà il permesso d’allontanarsi… per fare la pipì! E lo farà così platealmente, perché così vuole la natura, prima ancora che la nuova «poetica della tristezza», di un uomo che il 6 gennaio del prossimo anno compirà 70 anni.
16/11/2007 – La Stampa