Abbiamo ascoltato in anteprima il disco che li ha riuniti e si prepara a scalare le hit. Hanno cantato l’Italia giovane degli anni 60. Ora giovani non lo sono più. Ma neppure Dylan lo è. Ma guardate com’è finita…
di Natalia Aspesi
Quattro ragazze camminano a braccetto trionfanti: sono vestite con tutti i colori e le fogge possibili e paiono certe esemplari invitate alla sfilate di moda, decise a far più spettacolo dello spettacolo: e i cappelli? Di così pazzi se ne sono visti, e in bianco e nero, solo nel film Donne di Cukor, del 1939, quasi 80 anni fa. Però se si guarda con più attenzione, oltre i tacchi a spillo, le calze maculate, i guanti azzardati, i capelli viola, gli orecchini enormi, le bocche carminio, pare di riconoscere gli sguardi, i sorrisi, la vivacità di volti famosi, a due per volta. Due Celentano di qua, due Mina di là, in un montaggio di grande allegria e complicità. È la copertina del nuovo disco inciso insieme da questi celebri personaggi senza età e senza tempo, eroi del nostro spettacolo da sempre, intramontabili e insuperabili: le loro canzoni hanno attraversato i decenni accumulandosi, quelle vecchie e quelle sempre nuove, le loro voci erano e sono voci, non squittii o grida, non brontolii o sussurri che sono il cantare delle nuove star con milioni di fan per una stagione, mentre loro lo sono da più di cinquant’anni. Sul retro della copertina ci sono ancora le quattro vispe ragazze, viste appunto da dietro, trionfanti e a braccetto: nell’immobilità della foto, pare persino che sculettino. Giovani, pazzerelle e felici.
È addirittura dall’ottobre del 2015, un anno fa, che sono iniziate le cosiddette indiscrezioni sulla favolosa possibilità che dopo 18 anni dal primo disco insieme, la Mina e il Celentano ne incidessero un altro. In quel 1998 lui aveva 60 anni, lei due meno, e il loro disco mina celentano, con in copertina, schiena contro schiena, un Paperino e una Paperina da cartoon con i loro tratti, vendette come nessun altro italiano in quell’anno, 1.600.000 copie. Adesso a gennaio lui ne compie 79 e lei a marzo 77: luminosi come tanti altri immortali di poco più giovani, come il premio Nobel Bob Dylan, Springsteen, Elton John.
Nel nuovo disco ci sono 12 canzoni, 9 nuove più il remix di Prisencolinensinainciusol cantate insieme, una a testa da soli. Il titolo è Le Migliori e Claudia Mori, da 52 anni moglie di Adriano e amministratore delegato del Clan Celentano, conferma che quel titolo e l’idea del travestimento sono nati da una mail di auguri a Mina per il suo compleanno, in cui lui scriveva: «Tutti ci fanno incazzare, ma te ed io saremo sempre le migliori». Al femminile? «Perché di solito prevale il maschile, perché lui crede alle tante espressioni della sessualità e oltre, perché pensa che bisogna amarsi tutti, al di là del colore della pelle, della religione, della cultura, del denaro: ma anche in omaggio alla grandezza di Mina». Un video clip di Gaetano Morbioli celebra Amami Amami, la prima canzone del nuovo cd, girato sul lungomare della California, giovani di ogni colore che si rincorrono mentre su muri sbrecciati o eleganti scorrono le parole della canzone, le voci dei due interpreti, le immagini di lei e di lui.
Mina è nonna, Adriano è nonno: lei, dei figli del primogenito Massimiliano, cioè di Axel ed Edoardo e potrebbe essere già bisnonna; lui, a 78 anni, del nipotino figlio di Giacomo, il terzogenito: mentre molto amata è anche Viola, due anni, figlia del figlio della sorella di Claudia. Patriarca lui, patriarca lei, eppure le loro voci sono giovanissime, inalterate, appassionate, uniche, come ai tempi di Il ragazzo della via Gluck e di Il cielo in una stanza: «Amami amami» cantano adesso insieme, e lei: «E se non ti avessi amato mai adesso non saresti qui», e lui: «Pericolosa amica mia sarò un pericolo per te», in un intreccio di note che pare un abbraccio senza fine. E poi ancora: «È l’amore», Adriano: «È l’amore che non mi lascia stare», e Mina: «È l’amore che brucia l’anima». E chi ascolta sente che in queste parole, in queste note, c’è un sentimento antico e caldo come la passione d’amore…
Continua sul Venerdì del 28 ottobre
27/10/2016 – Il Venerdì di Repubblica (larepubblica.it/venerdi)