Cosa ci vuole per diventare un personaggio di culto? La storia della musica rock e’ piena di icone e leggende per lo piu’ caratterizzate da vite sballate e tragicamente brevi. Ma ci sono anche, per fortuna, quelli che diventano un culto grazie a una lunga carriera fatta di belle canzoni, grande carisma, temperamento da autentica star. Adriano Celentano, classe 1938, 70 anni il prossimo 6 gennaio, e’ partito come un rocker di periferia, nei ribollenti anni Cinquanta, e’ diventato un guru della canzone, un personaggio ascoltato, discusso, imitato, amato o detestato. Ma senza dubbio, le sue canzoni restano nel cuore, hanno raccontato e raccontano storie d’amore come nessuno.
E’ di questi giorni, balzato direttamente al secondo posto in classifica, l’uscita dell’album Dormi amore, la situazione non e’ buona, lanciato anche dalla presenza in tivu’, in una serata dedicata, di Celentano.
Ma come ha iniziato la sua straordinaria carriera? Innamorandosi del rock ‘n roll sbarcato in Italia nel dopoguerra, decidendo che quella sarebbe stata la sua strada. Il suo primo gruppo, i Rock Boys, si esibisce nei locali milanesi: Celentano canta e soprattutto balla in quella sua maniera buffa e dinoccolata, imitando anche il comico americano Jerry Lewis. Nel 1957, a Milano, si svolge il primo e unico Festival del Rock’n Roll, al quale partecipano, tra gli altri, Giorgio Gaber e Little Tony. La vittoria va ai Rock Boys di Celentano. Sempre quell’anno, Adriano conosce Michi Del Prete, che diventera’ il suo autore per lungo tempo.
I primi dischi incisi, 45 giri, cover di famosi brani di rock ‘n roll come Tutti Frutti non riscuotono pero’ il successo sperato fino a quando, nel 1959, Celentano incide la celebre Il tuo bacio e’ come un rock, che vende nella prima settimana di uscita ben 300.000 copie. Per l’abbandono di alcuni componenti come Giorgio Gaber, forma un altro gruppo, I Ribelli (dal titolo del suo brano Il ribelle ). Comincia a lavorare con Mina, per la quale scrive Vorrei sapere perche’ e interpreta il film I ragazzi del juke box e poi canta nel film culto di Federico Fellini La dolce vita.
Nel 1961, deve partecipare al Festival di Sanremo ma sta facendo il servizio militare: firmera’ il consenso l’allora Ministro della Difesa Giulio Andreotti. Arrivera’ secondo, con Little Tony, con Ventiquattromila baci. L’anno dopo, fonda la sua etichetta, Clan Celentano, la cui prima produzione e’ Stai lontana da me. L’esperienza pero’ naufraga dopo pochi anni a causa di liti, tensioni interne con strascichi legali. A quell’epoca, Giorgio Gaber dedichera’ il brano C’era una volta il Clan.
Nel 1966 non riesce a entrare nella finale di Sanremo: la canzone e’ Il ragazzo della via Gluck, diventata poi un classico e comunque molto apprezzata dal pubblico cosi’ come le due canzoni scritte in quegli anni per lui da Paolo Conte, La coppia piu’ bella del mondo e Azzurro.
Sempre attento ai problemi ambientali e sociali (Chi non lavora non fa l’amore), e’ con il brano Un albero di trenta piani, contenuto nell’album I mali del secolo che Celentano attacca apertamente la speculazione edilizia e il degrado ambientale. Ma nel 1973 scrive una canzone che, come lui stesso dichiaro’, non voleva dire nulla di importante, Prisencolinensinainciusol, che entra in classifica persino negli Stati Uniti. Affronta poi il tema dell’austerity con Svalutation. E’ di questo periodo anche il suo film Yuppi Du, un quasi musical per l’epoca piuttosto innovativo e rivoluzionario.
Negli anni Ottanta, mentre spopola al cinema con film quali Bingo Bongo, Il bisbetico domato e Asso, conduce il programma televisivo Fantastico 8, passato alla storia per i suoi modi da predicatore, per le pause antitelevisive, per le richieste pseudopolitiche al pubblico, passando dei guai ma riscuotendo un successo di audience incredibile.
Il periodo successivo non e’ smagliante ma nei primi Novanta pubblica un successo da oltre 2 milioni di copie, Io non so parlar d’amore e in tivu’ torna a scioccare e ad avere massima audience con il programma Francamente me ne infischio e poi 125 milioni di caz…te e ancor di piu’con, nel 2005, Rock Politik. Intanto, album dopo album, Celentano riconquista il suo pubblico di sempre e nuovi fan, grazie a canzoni proprio belle come Per sempre e I passi che facciamo. Al di la’ delle mode, personaggio forse “duro”, scomodo chissa’, Celentano resta un grande interprete, un uomo di fascino, un cantore d’amore e di vita.
DISCOGRAFIA:
1960 Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra
1960 Furore
1962 Peppermint twist
1963 A New Orleans
1965 Non mi dir
1966 La festa
1966 Il ragazzo della via Gluck
1968 Azzurro Una carezza in un pugno
1968 Adriano rock
1969 Le robe che ha detto Adriano
1970 Il forestiero
1971 Er piu’ Storia d’amore e di coltello
1972 I mali del secolo
1973 Nostalrock
1975 Yuppi du
1976 Svalutation
1977 Disco dance
1977 Tecadisk
1978 Ti avro’
1978 Geppo il folle
1979 Soli
1979 Me, live!
1980 Un po’ artista un po’ no
1981 Deus
1982 Uh uh
1983 Atmosfera
1984 I miei americani
1985 Joan Lui
1986 I miei americani 2
1987 La pubblica ottusita’
1991 Il re degli ignoranti
1994 Quel punto
1996 Arrivano gli uomini
1998 Mina Celentano
1999 Io non so parlar d’amore
2000 Esco di rado e parlo ancora meno
2002 Per sempre
2004 C’e’ sempre un motivo
2005 C’e’ sempre un motivo L’Indiano
2007 Dormi amore, la situazione non e’ buona
04/01/2008 – MSN.com Tribe