Giulio Rapetti in arte Mogol compie 70 anni. Lo sfondo dell’intervista all’inarrestabile Mollica, sul TG1, lo situa ad Avigliano Umbro, dove ha creato da 15 anni il CET, una sua scuola di musica frequentata anche da artisti alla ricerca di un approfondimento. Di lì è passato anche Massimo Modugno, il figlio del mitico Mimmo, che con un testo di Mogol andò a Sanremo tre anni fa, in compagnia dei Gipsy King. Non successe nulla, purtroppo per Modugno jr. All’ultimo Sanremo, Mogol si è invece messo in coppia autorale con Gigi D’Alessio, per le canzoni dei Ragazzi di Scampia e di Anna Tatangelo (“essere una donna/Non vuol dire solo riempir una minigonna”, ahi ahi ahi ). Ha anche detto, Giulio Rapetti, che D’Alessio gli ricordava Battisti. Ahi ahi ahi. E ahi ahi ahi ahi. Che male. Sono cadute che si perdonano? Ma cosa volete mai. E’ difficile, certo. Però Mogol è uno al quale più generazioni debbono qualcosa. In milioni abbiam cantato le sue imprese private, che egli andava deponendo in versi sulle musiche che Lucio Battisti gli offriva. “Innocenti Evasioni”, “La canzone del sole”, “Il Leone e la Gallina”, “La luce dell’Est”, “Emozioni”, mille altri titoli (scegliete voi quali) sono tutti squarci di vita vissuta da Mogol. E’ un parente degli italiani, Giulio: ne sappiamo più di lui che del nostro “cuggino” primo. Dunque, Mogol, tanti auguri. E grazie per aver fatto anche da maieutico alla rinascita discografica di Celentano. Però, please, attento ai prossimi partners…
18/08/2006 – La Stampa Web