“No alla scelta del nucleare” polemiche su Celentano
Scienza ed ecologisti divisi sull’intervento dello showman
Veronesi: strada percorribile. I verdi: serve un referendum
di VALERIO GUALERZI
ROMA – Sul nucleare si sceglie con la testa e non con la pancia. È questa la risposta che due tra i massimi paladini della cultura scientifica recapitano ad Adriano Celentano dopo l’allarmato articolo su Repubblica di ieri. “Capisco le paure, ma dobbiamo ricordare che il movimento antinucleare è nato vent’anni fa sull’onda dei disastri delle centrali nucleari: il referendum in Italia avvenne dopo Chernobyl, quando eravamo tutti comprensibilmente in preda al panico”, spiega Umberto Veronesi.
Il più celebre oncologo italiano è da sempre un sostenitore del ritorno all’atomo nel nome della fiducia nel progresso scientifico. All’amico showman riconosce il merito di saper esprimere con efficacia i sentimenti popolari, ma non ne condivide le apocalittiche preoccupazioni. “Oggi – ricorda Veronesi – sappiamo che quella centrale fu progettata per scopi militari, era un impianto obsoleto e carente di sistemi di sicurezza e oltretutto l’incidente fu causato da un tragico e incredibile errore umano, che oggi non potrebbe più occorrere perché, grazie alla ricerca tecnologica, i processi sono altamente automatizzati, e dunque il rischio è ridotto al minimo”.
Qualche tono polemico in più nelle parole di Piergiorgio Odifreddi. “Le posizioni espresse dai personaggi dello spettacolo su temi come il nucleare – spiega il matematico – non sono dissimili da quelle che esprime la Chiesa su argomenti come la fecondazione assistita e la ricerca sulle staminali: sono opinioni disinformate e non-tecniche su questioni che sono invece estremamente tecniche”. Secondo Odifreddi, che pure si dice scettico sul ritorno all’atomo e precisa di preferire di gran lunga investimenti massicci sulle rinnovabili, “non bisogna cedere a isterismi, lasciando parlare chi ha la competenza per farlo”.
L’angoscia per un’Italia ridotta a “brace radioattiva” espressa da Celentano va di pari passo con la critica che il cantante muove a quell’opposizione di sinistra che avrebbe il dovere di mobilitarsi per difendere i cittadini “che sono soli”. Accusa che i diretti interessati non accettano. “Ci opporremo con tutte le forze al nucleare di Scajola e Berlusconi – promette Ermete Realacci – il Pd è nato per essere il più grande partito ambientalista d’Europa e se tradirà questa sua vocazione originale non sarà più il mio partito”. A sentirsi chiamati in causa da Celentano anche i Verdi. “Ci mobiliteremo – garantisce il presidente Angelo Bonelli – per chiedere un referendum contro una legge, voluta dal governo Berlusconi, che, addirittura, prevede l’uso dell’esercito per imporre le centrali. Abbiamo bisogno che tante persone come Celentano scendano in campo per difendere il futuro del Paese, perché dobbiamo intervenire oggi se vogliamo avere un domani”.
12/12/2009 – La Repubblica