ROMA – Il silenzio, le assenze. I due canali di (non) comunicazione preferiti da Adriano Celentano sono anche gli unici elementi che finora caratterizzano Rockpolitik. Per contratto (clausola che sta mettendo a dura prova l’equilibrio psicologico del direttore della Rete, Fabrizio Del Noce) è mistero fitto sul programma del Molleggiato, a soli quattro giorni dal debutto, atteso per giovedì 20 ottobre in prima serata su RaiUno. Perciò il silenzio di autori e protagonisti, e l’assenza certa di alcuni invitati (Beppe Grillo e Enzo Biagi) sono, per paradosso, le uniche certezze. Per il resto, qualcosina sugli ospiti fissi, sull’allestimento del blindatissimo studio di Brugherio, la canzone scritta da Paolo Conte, i timori di alcuni vertici della Rai e, ad alimentarli, un buco di un’ora, nella scaletta della prima puntata (dedicata alla libertà d’espressione) che Adriano ha gestito completamente da solo e nel quale nessuno sa che cosa dirà e che cosa accadrà.
Chi non ci sarà. Intanto, Beppe Grillo, per non compromettere l’iter legale del contenzioso con Telecom (nel 1993 denunciò presunte truffe del 144 davanti a 13 milioni di telespettatori, seguirono denunce e procedimenti ancora in corso). Poi, Enzo Biagi. Che spiega il perché con una lettera a Celentano sulle pagine del Corriere della Sera: “Spero che chi ha impedito a me di continuare a fare quel che facevo, non sia ancora oggi così forte da impedirlo a lei”. Riferendosi alla minaccia di Del Noce di autosospendersi per l’impossibilità di controllare i contenuti di Rockpolitik, Biagi ricorda “grandi direttori che quando non erano d’accordo non si sospendevano ma rinunciavano alla poltrona”. “Lei – scrive ancora – dedicando la prima puntata alla libertà di informazione, rende un grande servizio non a noi epurati, ma alla democrazia del Paese”. E conclude: “Non posso tornare alla rete ammiraglia della Rai fino a quando ci saranno le persone che hanno chiuso il programma, e impedito alla mia redazione di lavorare. Forza Celentano, giovedì sarò il suo primo telespettatore”.
Chi ci sarà. Forse. Oltre alle fantasiose ipotesi (di stampa) del subcomandante Marcos e di Silvio Berlusconi, si parla di un probabile arrivo di Madonna, in occasione dell’uscita del suo nuovo album, e di personaggi che in tv non mettono quasi mai piede: da Paolo Rossi ai fratelli Guzzanti al giornalista Massimo Fini. Poi c’è chi si candida, come Loredana Bertè, che pur di partecipare si dice “disposta a tutto, anche a portargli l’acqua minerale, fargli da interprete per gli ospiti stranieri, stirargli i vestiti…”. In corso contatti con Paolo Conte e Eros Ramazzotti.
Chi ci sarà, di certo. Ligabue nella prima puntata, e i temuti Michele Santoro e Daniele Luttazzi, poi Roberto Benigni nella seconda, Teo Teocoli nella terza. E gli ospiti fissi del programma, il comico Antonio Cornacchione e Maurizio Crozza che ha già annunciato un’imitazione del presidente americano George W. Bush. Infine, Luisa Ranieri, presenza femminile, celebre per lo spot-tormentone “Anto’, fa caldo…” e poi accanto a Luca Zingaretti (oggi anche nella vita) nella fiction Rai Cefalonia.
Dove sarà. Un capannone industriale di Brugherio, periferia milanese, è il teatro di Rockpolitik. All’interno, elementi che scandiscono il viaggio negli ultimi cinquant’anni (questo, nelle intenzioni, il leit motiv dello show). Lo skyline di Manatthan e rovine archeologiche, architetture di ispirazione cinese e insegne che evocano quelle dei discount, due palchi e maxischermi, atmosfere alla Blade Runner e mix di stili e materiali. Come il Molleggiato riuscirà a mettere tutto insieme, resta un mistero, che a qualcuno fa tanta paura.
16/10/05 – La Repubblica