Paolo Beldì è il miglior regista televisivo italiano. Ce ne sono altri bravi, ma lui è l’essenza del postmoderno televisivo, con il suo unire mestiere e improvvisazione, informazione e curiosità, l’eleganza vintage di Antonello Falqui alla follia anni 80 di Enzo Trapani. «Adesso però faccio il musicista. Ho un sacco di tempo libero. E piuttosto che guardare la televisione…».
Anche Beldì è stato colpito dall’inesorabile falce Rai, quella che sta diserbando i giardini creativi, risparmiando quelli pensili. Qualche piccola e deliziosa vendetta personale però riesce ancora a prendersela. Come è successo settimana scorsa, quando RockEconomy, lo show con Celentano all’Arena di Verona, ha vinto la serata con oltre 4 milioni di spettatori. Alla terza replica. La regia era firmata Paolo Beldì. Benché Adriano abbia rimaneggiato qualcosina nel montaggio.
«Lui non si discute. È uno dei miei più grandi amici. Anche se ogni volta mi fa perdere due anni di vita. Proprio a Verona ricordo che eravamo rientrati da una pausa pubblicitaria. Torniamo in onda e per alcuni minuti mostro un tavolo vuoto. Tutti avranno pensato alla solita “pausa alla Celentano”. Invece Adriano era proprio scomparso. Avevo i sudori freddi».
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intervista di Tommaso Labranca
24/12/2014 – LiberoQuotidiano.it