Paolo Conte parla di “Azzurro” a “Il Venerdì di Repubblica” del 17 ottobre
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“Mi racconta Azzurro? Era un’altra Italia? Oggi la scriverebbe diversa?”
Azzurro è nata in due tempi: la musica prima, che mi tenevo nel cassetto da un paio d’anni.
Poi il testo è venuto di getto, in una notte di marzo, fredda con la pioggia, pensando all’estate.
Il suo successo, è dovuto secondo me a tre fattori. Il primo è che è molto orecchiabile e facile, ha qualcosa di antico, con immagini che appartengono alla vita di tutti. La solitudine, la nostalgia, la lunghezza di certi pomeriggi. Il secondo è che ha un tempo di marcia e quindi nel subconscio favorisce un gruppo, uno stare insieme, un’appartenenza solidale.
La terza è che l’ha cantata Celentano che è un grandissimo perché senti che la sua è una voce che appartiene al popolo, una voce che cerca la verità, senza diaframmi.
Oggi non cambierei una virgola. In effetti è una canzone nazionale, anche se oggi l’idea di Italia unita è messa in discussione.
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Tratto da un’intervista a Paolo Conte sul settimanale “Il Venerdì di Repubblica” del 17/10/2014.
Lorenzo