Proposta «honoris causa» nel 2006 in Lettere e filosofia
«Declino con presuontuoso dispiacere» | “Leggi il fax”
FOGGIA — Ha preferito tenersi stretto il titolo di «Re degli Ignoranti» piuttosto che accettare quello di dottore in Lettere e filosofia. E così l’Università degli studi di Foggia ha intascato il «no» del più molleggiato d’Italia al quale aveva proposto nel 2006 la laurea honoris causa. Troppo, per Adriano Celentano, lo showman più in vista in questo freddo febbraio 2012 in attesa del ritorno a Sanremo dal prossimo 14 febbraio per la 62esima edizione del Festival canoro.
Eppure la motivazione della laurea honoris causa era di tutto rispetto, come si evince dalla motivazione: «Per il ruolo di pioniere nella sperimentazione di nuovi linguaggi (…) e un’insuperata capacità nel saper trasmettere emozioni e messaggi destinati a penetrare sia la sfera intima che il vissuto collettivo del suo vasto pubblico (…) questo ha fatto sì che il suo personaggio sia diventato un punto di riferimento per una moderna identità di artista». Neanche il suo legame affettivo con Foggia, città che ha dato i natali ai suoi genitori e in cui ha trascorso parte della sua giovinezza, è riuscito a strappargli il sì. Ed è così che all’«idea coraggiosa» (così Celentano stesso l’ha definita), dell’allora preside della facoltà di Lettere Franca Pinto Minerva, il cantante di Azzurro rispose con una lettera che in poche righe riassume l’identikit dell’artista italiano più imprevedibile e irriverente di tutti i tempi. «Ringrazio tutti per le motivazioni profonde espresse nei miei confronti nel conferirmi questo importante titolo accademico ma, con un “pizzico” di presuntuoso dispiacere, non posso accoglierlo perché sarei costretto a migliorare e non voglio prendermi troppo sul serio. Sono e resto sempre il Re degli Ignoranti».
A scovare il documento sono stati i redattori del settimanale foggiano Viveur in uscita da stasera su formato cartaceo e on line sul sito. Nella raccomandata, che porta come data l’8 febbaio 2006, Celentano ringrazia anche l’allora sindaco Orazio Ciliberti che nella stessa circostanza avrebbe voluto incoronarlo cittadino onorario. Foggia avrebbe voluto premiare la sua sensibilità artistica e invece dovrà accontentarsi di Che t’aggia dì, la canzone in cui Celentano insegna un pizzico di dialetto all’amica e collega di nome Mina. Insegnare il foggiano sì, a cominciare dal paliatone (sculacciata piuttosto vigorosa) che Adriano promette a Mina. Ma insegnare Lettere proprio no. Neanche ad honorem.
Marzia Campagna
09/02/2012 – Corriere della Sera