Nel 2005 e nel 2009 il molleggiato e lo scrittore chiedevano libertà di espressione e diritti per i giornalisti.Di sinistra. Contro il Cav. Dopo l’arresto di Sallusti restano in silenzio
Nessuna difesa dei giornalisti e della stampa se c’è di mezzo Sallusti. Ma quando c’era il Cav Saviano e Celentano difendevano tutti i giornalisti. Di sinistra.
Dove sono i difensori dei giornalisti? L’arresto di Alessandro Sallusti è grave. Non rappresenterà forse la fine della libertà di stampa in Italia, ma di sicuro ha segnato un passaggio oscuro nella storia del giornalismo italiano. Sallusti fondamentalmente è stato lasciato solo. Solo davanti alla legge. Solo dalla poltica. Solo da molti colleghi. C’è chi gli ha mostrato solidarietà in ritardo, c’è chi come Vittorio Feltri ha cercato di convincerlo a non forzare la mano. C’è invece chi se ne è fregato. A girare la faccia dall’altra parte sono stati in tanti. Fra questi ci sono pure quelli che chiedevano da sempre libertà per i giornalisti e invocavano un paese più civile per poter esprimere la propria opinione. Quel paese si chiama Italia e quei difensori della libertà per i giornalisti si chiamano Roberto Saviano e Adriano Celentano. I due andavano in tv e sui giornali per parlare di libertà di stampa, per chiederla ad alta voce. Ma lo facevano solo sotto i governi guidati da Berlusconi. Nel 2005 “il molleggiato” durante una delle puntate di Rockpolitik diceva: “Tutto è cominciato il 18 aprile del 2002 ( in onda le immagini di Silvio Berlusconi in Bulgaria che parla di uso criminoso della tv. Poi, la classifica della Freedom of the Press 2005), la libertà di stampa, Italia al 77esimo posto, fra Bulgaria e Mongolia”. Poi nella stessa puntata dà il microfono a Michele Santoro che comincia un monologo su un giornalismo che in Italia non è più libero di dire la sua. Fra il 2006 e il 2008 con il governo Prodi nessuno si lamenta per un paese in cui non ci sarebbe libertà di espressione.
Saviano è scomparso – Appena il Cav torna a palazzo Chigi, ecco che subito l’Italia secondo l’intelighenzia di sinistra ripiomba nell’oscurantismo. Questa volta, è il 2009, a farsi portavoce del presunto problema è Roberto Saviano. Su Repubblica del 2 ottobre 2009 scrive un pezzo dal titolo: “Cosa vuol dire libertà di stamapa”. Nell’articolo Saviano scrive: “Oggi, in Italia avere libertà di stampa siginifica poter vere la libertà di poter fare il proprio lavoro senza essere attaccati sul piano personale, senza un clima di minaccia. Oggi, chiunque decida di prendere una posizione sa che potrà avere contro non un’opinione opposta, ma una campagna che mira al discredito totale di chi la esprime. Qualsiasi voce critica sa di potersi aspettare ritorsioni. Libertà di stampa significa libertà di non avere la vita distrutta, di non dover dare le dimissioni, di non veder da un giorno all’altro troncato un percorso professionale per un atto di parola. Per un giornalista, fare delle domande o formulare delle opinioni non è altro che la sua funzione e il suo diritto. Facciamo in modo che in Italia quel sogno non sia sporcato”. Oggi che Alessandro Sallusti è stato arrestato per un articolo su un quotidiano, che rischia di andare in carcere per il reato di diffamazione una domanda bisogna porsela per capire chi è coerente sempre e chi no. Dove sono finiti Roberto Saviano e Adriano Celentano? Silezio, solo silenzio.-
02/12/2012 – LiberoQuotidiano.it