Torna il Festival di Sanremo. Un anno fa, Celentano promise che avrebbe dato in beneficenza i 700mila euro del suo cachet. Siamo andati a verificare.
di Sara De Carli
La mattina della vigilia, sembrava che tutto il mondo (giornalisticamente parlando) dovesse darsi appuntamento a Sanremo. Mille e dieci giornalisti sono accreditati al Festival, diceva con enfasi l’organizzazione. La conferenza stampa è prevista per le 12,30. Per scaldare il clima, in mattinata arriva la conferma che Stefano e Federico, la coppia di omosessuali che si sposerà negli States il giorno di San Valentino e che già aveva avuto la ribalta del web con un video che raccontava la loro storia, parteciperanno alla prima serata del festival. In gara tra i giovani, sul tema, c’è anche Amami uomo di Renzo Rubino, tanto che il web già parla di un Sanremo che sposa le nozze gay. Nel frattempo arriva un’altra notizia, le dimissioni del Papa. Alle 12,30 tutto il mondo è collegato con la conferenza stampa dal Vaticano, altro che Sanremo. Ma tant’è.
Celentano, i sindaci e il casting della povertà
Dodici mesi fa, la vigilia della kermesse sanremese era tutta dedicata all’incognita Celentano. Quante sere farà, cosa dirà, quanto prenderà. Celentano aveva fatto la sua comparsa sul palco dell’Ariston sotto le bombe, avendo preventivamente dichiarato che il suo intero cachet sarebbe stato devoluto in beneficenza. Dei 700mila euro incassati, 200mila sarebbero andati a Emergency, 500mila a 25 famiglie povere, indicate dai sindaci di Milano, Roma, Firenze, Napoli, Verona, Cagliari e Bari.
Una scelta che i sindaci avevano un po’ criticato: «come scegliere una famiglia sola, in un momento di crisi diffusa?», si erano chiesti in molto. Per quanto rock, quello imposto da Celentano sembrava ai più un ballo sul precipizio, con il rischio di sacrificare l’equità sull’altare di quello che Gianluca Nicoletti aveva immediatamente definito come «il casting della povertà».
Un anno dopo, quei soldi sono arrivati? E sono riusciti i sindaci a “convincere” il Molleggiato che un aiuto spalmato sui servizi sociali dei Comuni in questione sarebbe stato meglio di una lista di nomi?
Un anno dopo
«I soldi sono arrivati, sì. E abbiamo seguito tutte le indicazioni di Celentano», spiega Stefania Saccardi, assessore al welfare del Comune di Firenze. Lei era stata la prima a sollevare la questione e a lanciare al cantante la proposta di fare una donazione a un’associazione del territorio impegnata a sostenere le famiglie con difficoltà economiche. Il Clan ha risposto picche, anche se lei ora dice «si tratta di una donazione, è comprensibile che il donatore abbia preferenze e dia delle indicazioni. Certo noi avremmo preferito un alto approccio e abbiamo tentato di trovare un’altra soluzione». A Firenze invece alla fine hanno «individuato tre famiglie, a ciascuna delle quali abbiamo fatto avere 20mila euro», dice l’assessore. «Sui nominativi, come richiesto, abbiamo mantenuto l’anonimato, i nomi li sa solo il notaio di Celentano». Come sono stati scelti questi tre nomi? «Si tratta di famiglie già seguite dai servizi sociali, tutte con figli minori. Abbiamo selezionato le famiglie per cui le risorse in arrivo potevano segnare una svolta significativa, potessero essere determinanti per qualcosa, per un problema impellente», aggiunge. Una famiglia grazie ai 20mila euro di Celentano è riuscita a cambiare casa, uscendo da un alloggio insostenibile per l’umidità che aveva. Un’altra ha avviato percorsi formativi importanti per i figli adolescenti. Tutte ovviamente hanno avuto respiro nelle prime necessità. «Naturalmente continuiamo a seguire queste famiglie, non è che abbiamo fatto un trasferimento di soldi e ce ne siamo dimenticati. Se queste famiglie sono uscite dalla povertà grazie a Celentano? Dire così è un po’ forte, di certo si sono incamminate in un percorso verso l’autonomia».
Qui Napoli
A Napoli le “famiglie di Celentano” sono cinque. Si cono incontrate fra loro in una cerimonia riservata con il sindaco De Magistris e l’assessore Sergio D’Angelo, che «a luglio» ha consegnato loro i soldi del cantante (era il 20 aprile quando l’entourage di Celentano aveva annunciato il bonifico dei soldi). «Si tratta di famiglie con figli minori, come chiesto da Celentano. In più tutte hanno un componente con disabilità»: così l’assessore D’Angelo spiega la scelta del Comune di Napoli. «Siamo partiti da un elenco di 10 famiglie, già conosciute dai servizi sociali, e abbiamo verificato quali ulteriori problematiche ciascuna avesse, in un riscontro oggettivo». I soldi? «Noi abbiamo raccomandato di usarli per saldare i debiti pregressi, tutte le famiglie erano in questa condizione, ma anche per sostenere una qualche attività di lavoro autonomo. Naturalmente i servizi sociali si sono messi a disposizione per accompagnarli». Un’esperienza positiva, «anche se il punto ora è capire se riusciranno a mantenere quel salto che hanno fatto grazie ai soldi di Celentano. È un piccolo segno, ma dentro una povertà crescente: io non posso che ribadire come sia urgente avere un reddito minimo di cittadinanza».
13/02/2013 – Vita.it