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Scajola: “Respingo le accuse ecco perché Adriano sbaglia”

LA LETTERA

di CLAUDIO SCAJOLA

Caro direttore, quando i poeti scrivono in prosa spesso perdono l’ispirazione e il “tocco magico” che li rende inimitabili. È il caso, purtroppo, di Adriano Celentano che quando si avventura sul terreno della politica o, peggio, della tecnologia, esprime valutazioni inesatte e addirittura contraddittorie.

Su Repubblica di ieri Celentano chiede alla Conferenza di Copenaghen misure decisive contro il cambiamento climatico, ma poi attacca violentemente il nucleare, ignorando che senza un aumento di nucleare, che non produce emissioni di gas serra, non sarà possibile combattere seriamente il cambiamento climatico, come emerge con chiarezza dai più recenti studi dell’Ocse e dell’Aie e come sta ribadendo in questi giorni la stessa Conferenza di Copenaghen.

Celentano mi accusa poi di voler “distribuire le sofferenze di morte in base al conto in banca”: al Nord “la morte istantanea causata dall’esplosione della centrale nucleare”; al Sud, dove secondo lui il governo vorrebbe collocare il deposito delle scorie (invece nulla è stato ancora deciso al riguardo) “una morte lenta e sofferente come solo il cancro sa dare”. È francamente difficile replicare razionalmente a un tale cumulo di banalità prive di senso: e del resto Celentano furbescamente si autoassolve in anticipo definendosi “il re degli ignoranti”.

Ricordo in primo luogo che le centrali nucleari non possono esplodere e sono tra le fonti di produzione elettrica più sicure. Nel mondo ci sono oggi circa 450 reattori nucleari in funzione da circa 30 anni: se li mettiamo in fila, fanno quasi 15 mila anni di funzionamento del nucleare, che si è confermato la fonte energetica che ha causato meno danni all’uomo e all’ambiente. Perché nessuno, neppure Adriano Celentano, ricorda mai che il maggior disastro energetico subito dal nostro Paese, con 1700 vittime, è stato provocato nella centrale idroelettrica del Vajont a causa di errate previsioni idrogeologiche? Celentano vuole chiudere anche le centrali idroelettriche?

E se si vuol parlare di cancro, perché non prendere per vere le affermazioni del grande oncologo e senatore del Pd Umberto Veronesi, che proprio su Repubblica qualche mese fa affermò la necessità del nucleare per ridurre le centrali a gas, petrolio e carbone che emettono gas serra, questo certamente dannoso per l’ambiente e per l’uomo?

Sarò all’antica, ma sui temi della salute continuo a dare più credito al professor Veronesi, così come vorrei continuare ad ascoltare le canzoni – ma solo quelle – dell’ex ragazzo della via Gluck.
(Ministro dello Sviluppo Economico)

12/12/2009 – La Repubblica

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