Schivo, dolcissimo, buono come il pane, semplice, generoso. Un animo gentile, un artista straordinario ed eclettico: spaziava in tutti i generi musicali, alternando la propria attività di esecutore a quelle di compositore e arrangiatore. Un talento musicale fin da ragazzo: per lui il pianoforte era tutto, suonare significava vivere. Nato a Milano nel 1940, Roberto Negri fu un «enfant prodige», diplomandosi a soli 16 anni al conservatorio «Boito» di Parma. Debuttò nel 1956 ai Pomeriggi Musicali di Milano con un concerto per pianoforte e orchestra di Mano Guarino. Per anni si dedicò all’attività concertistica. Nel 1965 incontrò l’amore con la A maiuscola. Per motivi di lavoro si fermò in un albergo di Porlezza a conduzione familiare. Scelse di ritornarvi per le vacanze estive e lì conobbe la figlia dei proprietari, l’affascinante Luigia Tencalla. La invitò a fare un bagno nel lago. Da allora non si lasciarono più. Si sposarono nel ’68. Ebbero due figli: Simone nel ’69 (anche lui diplomato in pianoforte, tragicamente scomparso tre anni fa) e Desirè nel ’71 (laureata allo Iulm in comunicazione). Roberto era anche un nonno orgoglioso dei nipotini Joshua e Nicole. «Bastava che lui mi prendesse per mano ed io mi sentivo in paradiso – ricorda la moglie Luigia -. Il nostro amore era la gioia quotidiana di vivere assieme». Intanto negli anni Settanta Roberto aveva scelto di lavorare in più settori. Di notte faceva la colonna sonora al mitico Derby, il tempio del cabaret, scriveva le musiche per gli spettacoli del teatro Gerolamo, venne anche assunto al Teatro alla Scala. In ambito discografico per tre anni fu direttore artistico del Clan di Celentano, quando nel ’70 il molleggiato e Claudia Mori vinsero il festival con «Chi non lavora non fa l’amore». Alla Scala entrò nel ’76 come maestro preparatore e collaborò con i più grandi direttori: Abbado, Prêtre, Metha, Kleiber. Decise poi di diventare pianista accompagnatore. Fece concerti in tutto il mondo con le più belle voci della lirica come Di Stefano, Renata Scotto, Leyla Gencer, Bergonzi, Luis Alva, Adriana Maliponte, Luciana Serra, Ramon Vargas e artisti di fama mondiale quali Milly, Milva, Josephine Baker, Charles Trenet e Rosalina Neri. Fino alla fine ha lavorato con impegno ed estrema professionalità. L’ultima sua apparizione in scena è stata a novembre per «Maledetti e Scapigliati» al Teatro della Memoria.
Franco Manzoni
31/01/2006 – Corriere della Sera