Se “La situazione di mia sorella non è buona”, quella di Celentano è disastrosa
Ecco, ora sono a disagio. Se Rockpolitik aveva avuto dei meriti La situazione di mia sorella non è buona è stato un fallimento senza possibilità d’appello. Va bene presentarsi in tv per promuovere il proprio album – anche se 2 milioni di euro, centesimo in più centesimo in meno, per farlo sono inaccettabili – ma Celentano ha esagerato nella veste di Messia senz’arte nè parte. Confuso e infelice, proprio come una delle sue ospiti.
Come accade con Rockpolitik parto con la formula dei voti.
Fabio Fazio: impacciato. La recitazione non gli si addice, eppure in mezzo a quel marasma di improvvisazioni e battute sbagliate, stordito da un tornado di testi delle canzoni dimenticate e di monitor con i monologhi scritti (o di cuffie che suggeriscono le parole alla maniera di Ambra), mi è sembrato l’unico in grado di salvarsi. Un bel 5, meritato. E pensare che è stato il migliore.
Laura Chiatti: sembrava raccattata da una strada, vestita come una di quelle signorine che la sera cercano calore vicino ai bidoni di metallo. Ha detto 7 frasi, ne ha cantate 5, ha lasciato il nulla dietro di sè. Di lei ricordo solo gli sguardi languidi rivolti alla telecamera mentre si trovava tra le due coriste. Facciamo un 3 di incoraggiamento?
Antonio Cornacchione: è comparso due volte, con due striminzite battute degne del miglior Zelig. Scontate, poco incisive. Una presenza inutile. Senza voto, non pervenuto.
Carmen Consoli: ha una bella ma fastidiosa voce, di quelle che salgono e scendono dai monti in continuazione. Inutile come tutti gli altri, le darei un 5 e 1/2 per la qualità artistica.
Milena Gabanelli: le darei un 8. Non si è piegata a sua maestà Celentano, anzi, l’ha pure messo in difficoltà. Lui voleva una sua reazione di sdegno, una denuncia della stampa che troppo spesso si dimentica di Report. Non ha ottenuto ciò che voleva e si è trovato in difficoltà, tanto che i suoi silenzi – con la cornetta poggiata all’orecchio – sono durati tanto quanto i “certo… è vero…” di circostanza.
Adriano Celentano: ha cantato in playback, quando non l’ha fatto era fuori tempo. Ha fatto un primo monologo in stile Ambra. Gli è riuscito bene, peccato fosse del tutto privo di senso (una lotta al nucleare in stile dodicenne). Se Grillo è populista lui è un panettiere che parla con i clienti. L’ultimo monologo aveva del ridicolo, credo che gli ultra-ultrà si siano fatti delle crasse risate. Voto 4.
Allora darei un voto alla trasmissione La situazione di mia sorella non è buona. Bè, direi che un 4 è d’obbligo, anche se un merito lo ha avuto: alle 22.30 l’incubo era finito. Già, ma ne iniziava un altro, quello con protagonista Emanuele Filiberto di Savoia, uno che si gioca il premio “confusione mentale” con Celentano.
27/11/2007 – Tele dico io (teledicoio.blogosfere.it)