Intervistato dal settimanale Spy, Tony Renis ha omaggiato il suo grande amico: “Se mi avesse seguito in America sarebbe diventato come Frank Sinatra”
di Anna Rossi
“Per me Adriano Celentano è un fratello, se mi avesse seguito in America sarebbe diventato come Frank Sinatra”, inizia così il racconto di Tony Renis per celebrare gli 80 anni di Celentano.
“Ho tentato più volte di portarlo in America, sarebbe diventato come Frank Sinatra, ma trovava sempre delle scuse – continua Tony Renis al settimanale Spy -. Per me ha commesso un sacrilegio, ma devo dire che non gli è andata male, no? (ride, ndr). E poi me lo lasci dire: a 80 anni Adriano è ancora un bravo ragazzo”.
Così, sul numero di Spy in edicola da venerdì 5 gennaio, Tony Renis festeggia gli 80 anni di Adriano Celentano, che si celebrano il 6 gennaio. “Ci siamo conosciuti a 6 anni all’oratorio san Lorenzo a Milano, dove ci sono le Colonne, giocavamo a calcio nella stessa squadra dove giocava anche Sandro Mazzola – continua -. Per me è come un fratello, quasi gemello. Ma lo sa che siamo stati i primi rocker in Italia? Andavamo ‘all’ufficio collocamento spettacolo’ tutti i giorni ad aspettare che qualche impresario ci ingaggiasse. E così facevamo il nostro numero su una panchina, avevamo studiato anche tip tap e cantavamo ‘That’s amore’. Dino Risi voleva fare un film sui nostri inizi, un film straordinario sui nostri sogni: sa che secondo me a Hollywood piacerebbe?”.
Tony Renis e Adriano Celentano si conoscono da anni e proprio per questo il cantante ha voluto omaggiare il suo amico. Poi rivela: “Ho chiamato Adriano il giorno di Natale per fargli gli auguri. ‘Sto lavorando’, mi ha risposto. Da oltre cinque anni sta lavorando ad Adrian, il film di animazione che andrà in onda su Canale 5. Gli ho detto: ‘Vai un paio di giorni a riposare ad Asiago’. Ma lui mi ha risposto: ‘Non posso, devo lavorare’. Perché lui quando fa una cosa segue tutto dall’inizio alla fine, farebbe anche il fabbro se servisse”.
Anche Linus ha voluto spendere qualche parola per il grande Adriano Celentano. E sempre a Spy racconta: “Lui è matto come devono essere gli artisti, ha costruito un rapporto nuovo fra la canzone e la rappresentazione del mondo che ci circonda, è andato al di là della canzone. E ha influenzato l’arte, tanto che il prossimo singolo di Jovanotti, ‘Sbagliato’, è ispirato dichiaratamente a ‘Un albero di trenta piani’. Celentano è moderno, è internazionale e solo la sua pigrizia lo ha confinato nel nostro piccolo orticello. Altrimenti negli Anni 60 con il suo stile fra Elvis Presley e Jerry Lewis avrebbe conquistato il mondo. Anche se per noi lo ha fatto lo stesso”.
04/01/2018 – Il Giornale