Oggi è il cinquaquattresimo anniversario di matrimonio di Adriano Celentano e Claudia Mori. Per festeggiare questo traguardo come merita, riportiamo ampi stralci della lunghissima intervista concessa al settimanale Oggi nell’estate del 1985 sul set di Cinecittà a Roma, durante la lavorazione di Joan Lui, dove i due parlano del loro amore, oltre che del film. Interessante anche per le analogie con il presente: infatti, negli ultimi tempi, Adriano e Claudia sono al lavoro sul cartoon Adrian, il mastodontico progetto che dovrebbe andare in onda sulle reti Mediaset (il condizionale è d’obbligo), nella primavera del 2019, con un esito, si spera, differente rispetto a Joan Lui. Auguri ad Adriano e Claudia per l’anniversario e in bocca al lupo per i loro progetti futuri.
Questo amore “impossibile” resiste da un quarto di secolo, o quasi. Adriano Celentano ha mille ragioni per ammettere con orgoglio: “Posso garantire che sono costretto a conquistare, ogni giorno, mia moglie, non il pubblico. Anche se tengo molto alla gente, è dalla donna innamorata di me che ricevo tante emozioni”. Con cordiale immediatezza, interviene Claudia Mori: “Sì, ma il matrimonio non è una proprietà che va gestita, è ben altro.”
In questi giorni sono a Cinecittà, emtrambi impegnati sul set di Joan Lui. (…) Due “colleghi” galanti, euforici, pronti a dirsi parole d’amore. Merito di una trama evangelica, si sente in giro. No, c’è di più. La settimana scorsa, per isolarsi da una biblica confusione di centinaia di comparse, hanno preteso un angolino di paradiso terrestre. Sanno bene di non poter vivere una nuova luna di miele, eppure in allegria e con pochi amici, hanno brindato al loro ventiduesimo anniversario di nozze.
Saltano i tappi di champagne. Celentano ha chiamato per il brindisi tutto il suo staff direttivo: Maria Pia Rocco, la sua fedele aiuto regista, Alfio Contini, direttore della fotografia, Giancarlo Montesano, ispettore di produzione. (…) E’ l’ora della pausa. Adriano sembra staccarsi momentaneamente da questo film-kolossal, che costerà circa venti miliardi. Un incubo per il produttore Cecchi Gori, un grosso rischio per la sua reputazione d’artista. Lui ci ride sopra, dice di lavorare con buon umore. Il pericolo, semmai, lo appassiona. Spavaldamente istintivo, si lancia in una battuta: “Sapete che penso? Credo che in gran segreto mia moglie preghi Dio perché prima o poi mi diminuisca questa notorietà. Scherzi a parte, ha ragione. Non so se qualcun altra, al posto suo, avrebbe resistito tanto, accanto a un tipo come me. Un vero pericolo per la tranquillità familiare, mai stanco di imprevisti e di rischi come sono. Se Joan Lui va male, altro che paradiso! All’inferno finirò. Ma se non tento io, chi prova a cercare un nuovo modo di far cinema?”. Dicendo ciò, Adriano ha un guizzo di felicità negli occhi e subito spiega: “Sapete qual è il mio segreto? Aspettarmi l’inaspettabile. Claudia, per esempio, ho dovuto inseguirla come un miraggio. La sua femminilità mi ha sempre suggestionato. Fin dal primo incontro. L’occasione si è presentata con il film Uno Strano Tipo. Nonostante fossi un timido, sono andato da lei con un’aria da sbruffone, pronto all’assalto: “Ma lo sa, signorina, che sul set deve darmi un bacio?”. Mi rispose arrabbiata. E invece l’ho conquistata (…)
C’è chi lo guarda come se fosse un predestinato, perché è capace di far avverare sogni e progetti. Eppure ha rischiato di veder fallire il suo matrimonio. Non è una contraddizione? “Quello che è accaduto, io l’avevo messo in bilancio. Appena Claudia mi ha fatto capire di essere stanca di starmi accanto, ho aspettato che superasse il suo malessere coniugale. Certo, ho sofferto, ma non ho mai alzato la voce o lanciato degli ultimatum perché ho sempre creduto che Claudia mi volesse bene, che avesse stima di me. Anche nei giorni più duri. In questo modo sono riuscito ad averla di nuovo vicino. Impossibile rendere in poche righe la mia gioia. Lei è la mia unica ragione di vita.” A questo punto, interviene Claudia, affettuosamente: “Adriano è sempre un po’ istrione. No, lui non è nato per me: è al mondo per fare quanto gli è riuscito e quanto dovrà ancora fare…”
Claudia: “Diventammo moglie e marito alle tre di notte in una chiesetta di Grosseto. Ci sposò Padre Ugolino. In tutto, sedici invitati. A cerimonia finita tutti avevano gli occhi gonfi di sonno. Tra la brezza e il primo chiarore del mattino ci muovevamo simili a tante figurine del presepe” (…) Adesso, a ventun’anni da quel giorno, Adriano Celentano è per il cinema uno straordinario interprete, capace di riempire sale e teatri. Non solo: gli basta incidere un disco e subito svetta in testa alle hit parade, sempre muber one. E’ geniale, ha talento, ha lasciato il segno nella musica leggera italiana. Tutto questo non gli ha impedito di lesinare slanci e attenzioni alla moglie o ai tre figli. Rosita, la più grande, s’è iscritta all’università, facoltà di teologia. Rosalinda, 17 anni, la più piccola, vorrebbe essere al centro della casa. Rimane male se non si sente sufficientemente considerata da papà. In mezzo, c’è Giacomo, un ragazzo bellissimo. Ha già la fidanzatina.
I suoi tre figli, oltre naturalmente alla moglie, sono i soli ad aver letto i trecento fogli della sceneggiatura di Joan Lui e ad aver ascoltato le musiche in anteprima. Sono gli unici oracoli che via via, in due anni di lavoro, lui ha ascoltato.
Oggi, il ciclone Celentano, mira ad obiettivi ambiziosi. Vuol lasciare dietro di sè un film che non si dimentichi. Un’opera-testamento. Claudia ridimensiona tutto: “Joan Lui è una stupenda e fantasiosa cronaca di questi tempi. Adriano mette in bocca ai protagonisti quanto ha capito e visto nei suoi 47 anni di vita. E’ il film giusto per chi ha bisogno d’umanità. Mille e mille annotazioni, raccolte in tanto tempo e custodite a lungo in una cassapanca nella nostra villa di Lecco. A un certo punto ha voluto concretizzare questa sua missione cinematografica. E mi ha voluta con lui sul set.”
Eccoli lì, Celentano e la Mori, di nuovo invincibili in amore. Questo set a riflettori spenti è davvero il loro luogo di delizie.
Antonio