In occasione del compleanno di Claudia Mori, abbiamo deciso di omaggiarla con queste dichiarazioni di stima provenienti dal mondo dello spettacolo, e non solo:
Attore, regista soggettista, Aldo Fabrizi è ancora sulla breccia. Quest’inverno tornerà ad essere Mastro Titta del Rugantino. Indecisa Rosetta: Claudia Mori, Giovanna Ralli, Jenny Tamburi. “Io preferirei la Mori, è la più romana di tutte.”
(NDA: alla fine Rosetta la fece Alida Chelli)
La Stampa, 26 settembre 1977.
Negli anni Ottanta Gianni Bella aveva proposto una canzone ad Adriano, ma lui l’aveva scartata. Allora Gianni me la fece ascoltare, proponendomi di partecipare a Sanremo con quel brano. Andammo in sala per provare come veniva, e Claudia seguì il lavoro passo dopo passo. Lei è una che mette sempre una gran passione nelle cose che fa. In quei giorni abbiamo riso e scherzato sugli strani incroci che ci aveva riservato la vita: lei e Adriano, Milena e io. Claudia è una donna che stimo tantissimo, ha un temperamento eccezionale. Mi sarebbe piaciuto se quell’operazione fosse andata a buon fine.
(NDA: in realtà Leali fa confusione: intendeva dire presumibilmente anni novanta)
Fausto Leali, nel libro “Notti Piene di Stelle”.
Claudia Mori era dolcissima.
Andre De La Roche, intervistato da Lucio Giordano il 22/05/2014, ricordando la sua esperienza come coreografo e ballerino sul set di “Joan Lui”.
Una persona alla quale voglio un bene profondo e per la quale nutro una stima sconfinata.
Rudy Zerbi, 15 luglio 2014.
La dolce Claudia Mori (…) che ha un modo straordinario di entrare nell’animo della gente.
Fernanda Pivano, “Complice la Musica”, 2010.
La donna manager più in gamba del mondo dello spettacolo.
Shel Shapiro, La Stampa, 4 aprile 2010.
Claudia è completamente diversa da come la raccontano. Dicono che è una tipa dura, difficile. Invece è capace di grande tenerezza e attenzioni.
Ambra Angiolini, Vanity Fair, 6 luglio 2010.
L’album con Mina del 1998 (…) Un’operazione artistica e commerciale nella quale Claudia, la zia Claudia, ha un ruolo chiave. E’ lei infatti, a partire dalla fine degli anni ’90, a intuire che l’immagine artistica di Adriano va rinnovata, è lei a sostenere nelle riunioni di famiglia che vanno rivalutate tutte quelle doti canore che Adriano rischiava di dissipare. Prima dell’album con Mina, infatti, la produzione musicale di Adriano era un po’ stagnante: l’impegno nelle commedie cinematografiche degli anni ’80 lo aveva costretto a trascurare l’attività canora e, d’altronde, lui cominciava a manifestare un po’ di stanchezza per i concerti e per la musica, anche perché si divertiva di più a giocare con il piccolo schermo. Claudia intuì che la lunga esperienza maturata sin lì non andava dispersa e che gli italiani lo amavano in primo luogo come cantante: la sua popolarità stava nel fatto che aveva intrattenuto con le sue canzoni (…) buona parte di quella generazione di italiani che si erano faticosamente rialzati dalle macerie del dopoguerra per poi godere i benefici del boom economico. Nel 1998 Claudia ha lavorato ai fianchi l’amatissimo Adriano per convincerlo ad aprire una nuova stagione artistica che inizia, per l’appunto, con l’album “Mina Celentano” e prosegue con il team Celentano-Gianni Bella-Giulio Rapetti (Mogol). Un team che in dieci anni metterà a segno un successo dopo l’altro, celebrando così la nuova frontiera canora dello zio nella musica pop.
Bruno Perini, “Memorie di Zio Adriano”, 2010.
Femmina splendida, figlia di un attore di filodrammatica, quella pupa alla quale il ragazzo venuto dalla Puglia regalò ventiquattromila baci, non è rimasta a fare la calza, a contare i denari e a badare ai tre figli (…) No, ha deciso di crescere, di essere attrice, cantante, produttrice, moglie, madre, consulente, tutta questa roba qui in una vita sola (…)
Tony Damascelli, Il Giornale, 20/02/2012.
Tanti auguri, Claudia!
Antonio