Festeggiamo gli ottant’anni di Mina attraverso alcune dichiarazioni rilasciate negli anni da Adriano Celentano, amico di una vita.
La voce che ascolto più volentieri è quella di Mina: mi diverte quando ci gioca in brani come “Il Diavolo”, oppure quando dice “ma che cos’è questa cosina qua”…
(1997)
E’ la più brava, anche se non si fa vedere, ed è un peccato perché è un animale da palcoscenico molto forte. E poi è in splendida forma. Secondo me c’è poca differenza tra la Mina di una volta e quella di oggi. E’ rimasta la stessa. (…)
Come avete fatto a evitare i paparazzi appostati?
Oh sì, abbiamo sempre avuto l’ossessione dei fotografi. Ma anche questo a volte era molto buffo. Un giorno, a Lugano, i tecnici stavano impostando il missaggio di Sempre Sempre Sempre, e allora Massimiliano ha detto: è una bella giornata, è un peccato, perché non andiamo a farci un giro? E Mina, subito, ha detto: e se poi troviamo i fotografi? E io: ma no, figurati. Allora siamo andati a fare un giro in macchina intorno al lago. Al ritorno abbiamo visto una macchina sospetta a una cinquantina di metri, e io ho detto a Mina: guarda, se sono fotografi ci mettiamo addosso questa coperta e ci copriamo completamente così li freghiamo. Una volta arrivati ho detto che secondo me c’erano. Secondo Mina anche. Allora Mina ha aperto la portiera si è voltata verso di me e mi chiedeva di passarle la coperta. Io sono scoppiato a ridere, e lei mi diceva: ma perché ridi? Non si era accorta che il fotografo era davanti a lei e ha scattato almeno un centinaio di foto. Il giorno dopo entrando in studio abbiamo evitato i fotografi. Dopo otto ore di lavoro siamo usciti. Mina temeva che ci fossero ancora, e io di nuovo: ma no, si saranno stancati. Poi mi sono accorto che c’era un fotografo pronto, e anche uno con la cinepresa, allora le ho detto: c’è una sorpresa. E Mina: che sorpresa? C’è uno che ci riprende, anzi guarda, ora per fare uno scoop ti alzo le vesti. Lei mi diceva di non fare lo scemo, però si divertiva anche lei.
Anche in studio c’ era questo clima di allegria?
Sì, certo, si scherzava sempre. Si discuteva, è ovvio, su ogni cosa. Questo lo farei così, questo in quest’altro modo, ma c’era una grande intesa. Per esempio è divertente com’è nata Che t’aggia dì, la canzone in dialetto foggiano contenuta nell’album. M’è venuta all’improvviso, una notte, e il giorno dopo gliel’ho fatta sentire. Lei ha riso, ha detto: è fortissima, mi piace moltissimo, però io ‘cazzo’ non lo posso dire, quando lo sente mio padre spegne il giradischi. Io le spiegavo che era un fatto di costume, mia madre, foggiana, lo usava come intercalare. Poi, discutendo ci è venuto in mente di censurarlo, ma trasformandolo in una gag, col fischio, e lei che dice: ho sentito un fischio?
Però nel pezzo Mina ad un certo punto risponde con un “vaffanculo” bello chiaro…
Sì, è andata così. In studio io le dicevo le frasi del testo in foggiano e Mina le ripeteva al microfono finché non erano perfette. Poi lei è bravissima, arrivava a una pronuncia perfetta. Ho capito che era in vena, così a un certo punto anche se non era previsto ho detto ‘vaffanculo’ e lei lo ha ripetuto perfettamente, e io allora ho detto: questa la teniamo, è troppo bella.
Mai discussioni aspre?
Mai, anche perché andiamo abbastanza d’accordo su tutto, sulla scelta dei brani, anche quando eravamo in pausa e ci divertivamo a cantare tra noi, magari i pezzi di una volta. Una sera ci siamo messi a cantare una vecchia canzone che faceva più o meno ‘brasilena rumba ya aya’. Poi ci piacciono gli stessi film.
Sembra che Mina la chiamasse Molly, da ‘molleggiato’. Lei come rispondeva?
Questa di Molly le è venuta da quando abbiamo cominciato a lavorare al disco. A me non è venuto proprio un nomignolo, ma ogni volta che arrivavo a Lugano, dicevo: prima devo abbracciare la Regina, e la tenevo un po’ di tempo stretta così… Poi ci si metteva a lavorare.
La Repubblica – 1998 (a proposito della lavorazione del disco MinaCelentano)
(Sulla richiesta del giornalista di provare a convincere Mina a tornare a esibirsi): “Mi piacerebbe ma le voglio così bene che non mi permetterei mai. A parte che la mia sorellina Mina è una tosta e quando prende una decisione non mi risulta torni indietro. Se è felice così perché insistere? Tanto la sua grandezza rimane la stessa“.
(2013)
Un compleanno è un compleanno. Ma se è quello di Mina la faccenda è diversa. Perché a settant’anni, dopo mezzo secolo di gloriosa carriera, Mina Anna Mazzini, nata il 25 marzo, è ancora la regina indiscussa della musica italiana. Ci sono state molte pretendenti al trono ma, nonostante la critica si sia ingegnata per battezzare qualche “nuova Mina” di questa o quella generazione, nessuna è riuscita a scalfirne il primato, a diventare anche soltanto in parte una leggenda, amata incondizionatamente dal pubblico, così come lei. Solo Mina, infatti, resta Mina, inarrivabile e distante, al tempo stesso popolare e presente, in grado di cantare ancora così com’era al fianco di Lucio Battisti anni fa, e di duettare con uno dei principi del rock alternativo italiano, Manuel Agnelli degli Afterhours nel suo ultimo disco. L’unica in grado di rappresentare egregiamente lo “ieri oggi e domani” della canzone italiana.
In carriera Mina ha avuto i suoi alti e bassi, ma non c’è dubbio che il suo regale esilio, lontana da tv e giornali, dall’ansia delle classifiche e del riconoscimento effimero del successo, l’ha resa anche inattaccabile. Una sola persona, un solo artista, in Italia, le tiene testa, condivide con lei la permanenza al vertice fin dall’inizio della carriera, e ha diviso con lei un lungo pezzo di strada, ed è Adriano Celentano. Mina e Celentano sono il re e la regina del nostro pop, da sempre, da quando erano gli “urlatori” che provavano a rivoluzionare il canto italiano. I loro incontri televisivi, i loro duetti sempre carichi di ironia e di grande musica, sono entrati a far parte della nostra cultura popolare. E le loro canzoni, soprattutto quelle di un album a doppio nome atteso per tanti anni e arrivato poi nel 1998, sono tra quelle di maggior successo del loro repertorio. Con Adriano celebriamo il compleanno dell’inossidabile “Tigre di Cremona”.
Celentano, la prima domanda è ovvia: quando vi siete conosciuti?
«C’eravamo già incontrati da qualche parte, e mi colpì la sua eccezionale musicalità non solo nel cantare, ma anche nel parlare. Lei ha una musicalità innata anche nei gesti, qualunque cosa faccia. Una vera e propria esplosione della quale non puoi fare a meno di innamorarti, o per lo meno, di correre questo bellissimo rischio. Poi ci capitò di fare un film insieme, “Urlatori alla sbarra” (di Lucio Fulci, 1960, ndr), dove a farci compagnia c’èra anche il geniale Chet Baker, oltre a tutti gli altri urlatori del momento. E chiaro che “l’occhio di bue” era puntato su noi due. E quella fu l’inizio di un amicizia che non avrà fine».
[…]
Qual è secondo lei il suo segreto? Perché Mina è Mina?
«Perché è una bomba che non si può disinnescare ed esplode quando meno te l’aspetti. Buon compleanno sorella! Mi sa che prima o poi faremo ancora un bel casino!».
La Repubblica – 2010
“Cara Mina, Lo so, dopo i 20 anni, se c’è una cosa che ci fa incazzare, è quando tutti si affannano a farci gli auguri il giorno del nostro compleanno. Lo fanno apposta. Come dire: “E adesso?”. E adesso è proprio questo che dovrete scoprire… Comunque Auguri piccola! TU ed io siamo LE migliori”.
Il blog ufficiale di Adriano Celentano (ilmondodiadriano.it/blog) – 2015
Antonio