Nelle sue interviste, Toto Cutugno ricorda spesso come la canzone L’italiano, forse la più celebre da lui incisa, fosse stata scritta apposta per Adriano Celentano e sia stata da lui rifiutata. E’ il caso di sgombrare il campo da ogni possibile malinteso. La canzone non venne rifiutata perché ritenuta non all’altezza, tutt’altro: Adriano era imbarazzato dal verso “sono Adriano/ un italiano vero” (che poi Cutugno, nella sua incisione, modificherà in “sono un italiano/un italiano vero“) e dal tono generale della canzone, autocompiaciuta e intrisa di autoesaltazione. Il fatto che Adriano, nelle interviste e nelle apparizioni televisive, si raffiguri spesso come “il più forte”, non deve ingannare: un conto è scherzare, sul filo del paradosso e dell’autoironia, sulla sua natura reale di personaggio vincente, un altro è autocelebrarsi in una canzone come italiano modello, quasi a mettersi su un piedistallo. E Adriano, checché se ne dica, non ha mai voluto porsi più in alto rispetto al suo pubblico, semmai tendergli la mano per proseguire insieme nel cammino. Tanto che dirà a Cutugno di trovare la canzone “presuntuosa” e, in ogni caso, “la gente lo sa già che io sono così”.
Oggi si parla di incidere la canzone in un duetto proprio con Cutugno: non sappiamo se questa eventualità si concretizzerà davvero, ma proporla oggi in duetto col suo autore, a più di trent’anni dalla sua apparizione e dal conseguente successo internazionale, ha un senso. Diverso sarebbe stato cantarla allora, con tutte le conseguenze del caso: c’era il serio rischio che andasse a finire come con My Way, incisa da Frank Sinatra che, con tutte le meravigliose canzoni che ha cantato, viene ormai identificato con quel pezzo che lo stesso Sinatra aveva finito per odiare, sia perché continuamente richiesto dal pubblico sia perché lo riteneva “autoindulgente e autodeclamatorio”. Meglio così, dunque: non sarebbe stato un peccato se Adriano fosse finito per l’essere identificato con L’italiano e non con Il ragazzo della via Gluck?
Antonio