Quando la critica non è credibile
Ieri pomeriggio a L’Arena di Massimo Giletti in diretta su Raiuno, il signor Mario Luzzatto Fegiz, famoso critico del Corriere della Sera, ha fatto proprio una brutta figura, dicendo parecchie stronzate.
E’ normale che i giovani seguano di più i cantanti delle loro generazioni, ma dire che di Celentano (il padre del rock in Italia) non gliene frega assolutamente nulla, è falso e irrispettoso.
Falso perchè credo che a 74 anni nessun altro artista al mondo (o pochissimi) riesca ancora a catturare l’attenzione dei più giovani come lo fa Celentano (in Italia e nel mondo!). Questo lo posso affermare sulla base di persone che conosco personalmente, sulla base della mia esperienza maturata su Internet (la nostra comunità virtuale ne è un esempio tangibile) e sul mio seguire Adriano ormai da diversi anni.
Irrispettoso perchè anche fosse vero (per tanti altri artisti purtroppo lo è) ciò non toglie e non deve togliere il valore artistico di un cantante che ha dato tanto. Non parlo di Celentano che, riuscendo a raggiungere un po’ tutte le fasce d’età, rimane tutt’ora in piena attività con enorme successo. Parlo di artisti che magari non sono più sulla cresta dell’onda, ma meritano comunque il massimo rispetto per ciò che hanno dato e dimostrato.
Fegiz, difendendo la tesi del tristissimo Aldo Grasso, ha anche parlato di un disco che ha venduto poco, pertanto bisognoso di un aiutino. Alcuni articoli di giorni fa dicono esattamente il contrario (ne cito uno a caso proprio dal sito del Corriere della Sera: “Celentano, oltre le 200 mila copie”), ma comunque sia, lasciando perdere i numeri, da quando l’album è uscito è sempre rimasto ai vertici delle classifiche (nel periodo dell’anno in cui si vende in assoluto di più e dove la concorrenza è tra le più alte); quindi, secondo questi dati, di fatto rimane un album al top delle vendite, dove un “vecchietto” di 74 anni non teme il confronto con giovani al vertice della loro carriera e del consenso di pubblico. C’è anche da ricordare che l’album è stato pubblicizzato pochissimo e che si è fatto a meno di vetrine importantissime e servite su di un piatto d’argento, come il fortunatissimo show di Fiorello.
Fegiz ha anche parlato di un disco scadente, ma a me pare di trovarci difronte ad un lavoro di altissima qualità che proprio per questo sta riscuotendo non pochi consensi (non certo per via di una promozione ad oggi quasi assente). I singoli radiofonici che sono stati proposti fino ad oggi, stanno ottenendo consenso e successo. Relativamente ai grandi nomi contenuti nell’album, trattasi di collaborazioni di vero apporto qualitativo e tutto il disco ne trae evidente vantaggio. Non per Fegiz, evidentemente…
Dopo la messa in onda di alcuni spezzoni tratti da “Il mutuo”, “Facciamo finta che sia vero” e “Non so più cosa fare”, il signor Mario Luzzatto Fegiz, rivolgendosi agli altri ospiti in studio che sembravano compiaciuti da questo nuovo lavoro di Adriano (Marinella Venegoni su tutti), ha detto che se quei testi fossero stati scritti da uno sconosciuto, li avrebbero buttati nel cesso (ha usato letteralmente queste parole, certamente poco eleganti). Aggiungendo/motivando che non vi è alcuna mediazione poetica nel messaggio contenuto nei testi. In realtà sappiamo che tolto “Il mutuo” (testo semplice e diretto in perfetto stile Celentano), gli altri brani presentano testi di altissimo spessore, anche poetici e raffinati (con o senza rime). Parliamo di testi che portano firme importanti e di tutto rispetto, come per esempio quella del maestro Franco Battiato o di Jovanotti (sicuramente uno dei migliori autori attualmente in circolazione). Liquidare l’intero album (9 tracce) in questo modo, non è degno nemmeno del peggior critico. Ma questa infatti non è critica. Questo è solo un attacco a senso unico, per partito preso. Fegiz, ormai da anni, sembra avercela personalmente con Celentano, pertanto ogni suo pensiero non fa testo. Ogni sua esternazione non ha alcun senso critico, nè alcuna credibilità.
Fortunatamente la sua voce durante la trasmissione è rimasta piuttosto isolata e controcorrente. Alla fine un Gianmarco Mazzi piuttosto scocciato l’ha zittito, e non è stato il solo a spiegargli che Adriano Celentano è uno dei più grandi artisti al mondo e che Sanremo rimane una vetrina per tutti, come è sempre stato e come è giusto e normale che sia.
Per quanto Fegiz sia fortemente convinto del contrario, mi pare piuttosto ovvio che non si può sopravvalutare un artista per oltre 50 anni di carriera, sempre ai vertici!
Andrea Nifosì
PS: segnalerò questo mio articolo direttamente sul “Fegiz Files”, il forum di Mario Luzzatto Fegiz.
Andrea
amministratore e webmaster di ACfans