Il cartoon Adrian, ovvero il senso di Celentano per l’arte
Del cartoon Adrian si cominciò a parlare compiutamente dal 2009 (anche se Adriano pensava a questo progetto già da anni; progetto che però non aveva assunto nella sua mente una forma precisa). Sarebbe dovuto andare in onda su Sky, ma poi i continui rinvii da parte di Adriano decretarono la rottura dei rapporti con la rete, fino ad arrivare ai recenti sviluppi, che vedono il cartoon approdare a Mediaset (forte del rapporto nato dalla trasmissione dei due trionfali concerti a Verona, che regalarono a Mediaset ascolti stellari che da tempo non vedevano, e che sono tuttora imbattuti), dove il cartoon dovrebbe finalmente vedere la luce nella primavera del 2017, forse ad aprile. Il condizionale è d’obbligo, perché c’è già stato un rinvio: Pier Silvio Berlusconi aveva annunciato Adrian lo scorso anno per la primavera del 2016, ma poi, come sappiamo, non è andato in onda. Questi continui rinvii, oltre a far riempire le pagine dei giornali, disorientano un po’ i fan; ma non dovrebbero, perché la storia artistica di Adriano è costellata di queste cose. Facciamo solo alcuni esempi:
- Yuppi Du, finito di girare nel 1974, con Adriano che impiegò mesi al montaggio per poi farlo uscire finalmente nel 1975.
- Di nuovo Yuppi Du che, dopo una proiezione a Saint Vincent nel 1997, con tanto di Grolla d’Oro come premio, Adriano avrebbe voluto presentare nelle sale cinematografiche restaurato nelle immagini e nella colonna sonora. Non se ne farà nulla, ma in compenso nel 2005, l’allora direttore della Mostra del Cinema di Venezia Marco Muller gli proporrà di proiettarlo alla mostra come evento speciale, ed anche qui, Adriano farà attendere quattro anni perché intende remixare la colonna sonora. Finirà poi per mettere mano anche al montaggio perché alcune scene non lo convincevano più, e solo nel 2008 il film verrà finalmente proiettato, dopo che peraltro aveva rischiato nuovamente di saltare.
- Geppo il Folle, il cui progetto risale al 1970. Verrà accantonato, ancora in fase embrionale, per poi venir realizzato nel 1978, tre anni dopo Yuppi Du.
- Joan Lui, il film musicale su Gesù che Adriano aveva in animo di realizzare fin dai primi anni Settanta, idea probabilmente venutagli dopo la visione di Jesus Christ Superstar. Alla fine degli anni Settanta Adriano è per un breve periodo indeciso se compiere il grande passo per cominciare la lavorazione, ma alla fine opterà per girare Geppo il Folle. Il progetto verrà poi ripreso negli anni Ottanta, e anche in questo caso la lavorazione procede a rilento, il budget sfora, e Adriano al montaggio, pur lavorando giorno e notte, è in ritardo con le consegne. In questo caso però, il produttore è Cecchi Gori (a differenza di Yuppi Du e Geppo il Folle, interamente prodotti da Adriano), che di fatto gli toglie di mano la pellicola a montaggio non ancora completamente ultimato, per poterla rilasciare nei cinema il giorno di Natale del 1985, come inizialmente stabilito.
- La canzone scritta in collaborazione con Manu Chao, che nelle intenzioni originarie doveva essere un duetto e venir distribuita nel 2003. Ma il tempo passa, e della canzone non c’è traccia. Claudia Mori è costretta a giustificarsi coi giornalisti che ogni tanto sollevano la questione parlando delle difficoltà con Manu Chao a far coincidere gli impegni per poter completare il pezzo. La canzone verrà alla luce solo otto anni dopo, ma non è più un duetto: la voce di Manu Chao, che è l’autore della musica, non c’è, ma in compenso il pezzo è realizzato in collaborazione con un altro trio d’assi: Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Franco Battiato e Lorenzo Jovanotti (chissà che pensa Manu Chao di tutto questo).
Questa lista, peraltro incompleta, serve a spiegare che questi non sono i capricci di un megalomane, ma è il modo in cui Adriano concepisce e di conseguenza approccia il suo lavoro: per lui non esistono compromessi a cui sottostare, o regole da rispettare (per non parlare delle scadenze imposte da contratti e codicilli), ma c’è solo l’arte per l’arte. Il desiderio di fare qualcosa che sia in totale sintonia col proprio modo di essere. La visione dell’artista come unico punto di vista accettabile, e quindi come unisco scopo possibile. L’ovvia conseguenza di ciò, è cercare di perseguire tale scopo a tutti costi:
- per esempio spendendo letteralmente tutti i propri soldi per realizzare finalmente il sogno di fare un film da regista secondo quella che è la propria visione, come è accaduto per Yuppi Du (e non è un caso che, quando a metterci i soldi è un produttore esterno come Cecchi Gori per Joan Lui, ci saranno problemi a non finire);
- rinviando di continuo scadenze imposte dall’esterno perché non si è mai troppo soddisfatti della propria opera, come nel caso di Sky col cartoon Adrian (la situazione, degenerata poi in una richiesta di danni, verrà poi risolta dal solito provvidenziale intervento di Claudia Mori);
- e, proprio perché non si è mai soddisfatti, rimettendo mano a canzoni del passato per dare loro una veste ritenuta più attuale e consona dal proprio autore e interprete, come nel caso di Cammino, originariamente presente nel disco Atmosfera, e poi riarrangiata per Il re degli Ignoranti; la canzone You can be happy, incisa in inglese in Tecadisk, che diverrà Letto di foglie sempre nel disco Il re degli Ignoranti; stessa sorte per Please – Stay a little longer, che, dalla colonna sonora di Geppo il Folle, andrà poi nell’album Arrivano gli Uomini con nuovo titolo, Scusami, e testo italiano;
- affrettandosi ad incidere nel 1977 un disco, Tecadisk, dopo che nello stesso anno, mesi prima, ne era giù uscito un altro, Disco Dance, di cui, di nuovo, non si era pienamente soddisfatti;
- rifiutando, nel 2011, di andare ospite da Fiorello a disco appena uscito, e rinunciando così a un lancio enorme garantito su un piatto d’argento dagli ascolti stellari di quel programma, per poi andare quattro mesi dopo a Sanremo, perché, per quel che era in quel momento la sua visione artistica, la kermesse ligure era il palcoscenico più adatto per mettere in scena la sua opera.
Dunque, l’arte per l’arte come unica missione. Naturalmente non è facile, e infatti i problemi ci sono stati, e forse ce ne saranno in futuro (ma speriamo di no). Certo, alla fine con Adriano, quasi sempre le difficoltà si risolvono grazie al suo prestigio, derivatogli dall’essere un mito vivente, e poi perché può contare su Claudia Mori, la vestale del tempio che lo difende a oltranza facendogli da scudo (anche umano), e che risolve, grazie alle proprie doti diplomatiche, situazioni scomode come quelle con Sky (e non solo).
La libertà totale, imporre il punto di vista dell’artista, anche a scapito di qualche guadagno facile, e col rischio di scontentare i fan, è l’unica strada possibile? Secondo noi sì. Perché, come ha spiegato Michele Serra, giornalista e scrittore di Repubblica, che ha lavorato come autore nella trasmissione 125 Milioni di Cazzate, per Adriano e Claudia:
il punto di vista dell’artista è il solo scopo possibile, (…) la libertà dell’artista va difesa a qualunque costo e a qualunque prezzo, specie nel bel mezzo dello spettacolo popolare dei nostri tempi, che tende terribilmente al piatto, allo scontato, al seriale, all’addomesticato. Vedendo i due che disputano (e disputano parecchio) con la Rai o altri committenti, la prima impressione è di una bizzosa megalomania, la seconda – quella che conta – è che vogliano creare, sempre e comunque, le condizioni per lavorare in assoluta libertà, anche a costo di sembrare bizzosamente megalomani. Che questa libertà sia stata usata bene o male, fin qui, da Celentano, resta opinione di ciascuno. Sta di fatto che l’errore o la stonatura o l’inciampo, nella lunga storia della coppia, sono comunque farina del loro sacco, mentre non si contano i casi nei quali altri artisti hanno sbagliato per poco coraggio, o conformismo, o remissività. Gli eccessi di orgoglio, per gli artisti, sono peccati veniali. Il peccato mortale è la paura di sbagliare. Celentano e la Mori lo sanno, per questo preferiscono eccedere piuttosto che spegnersi.
Antonio